Vini dolci, dalla Toscana arriva il nuovo Passito 2018 Bio

Vanessa Pompili
27/10/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
Uve

Si chiama “Dolce Toscana nel vino” l’evento organizzato alla Fattoria del Colle di Trequanda, in provincia di Siena, da Donatella Cinelli Colombini per la giornata di sabato 28 ottobre 2023.

Per dare lustro ai vini dolci toscani, tra passato importante, un presente complicato e tante proposte per il futuro, la presidente delle Donne del vino della Toscana, Donatella Cinelli Colombini ha organizzato una degustazione riservata alla stampa accreditata di dodici vini dolci delle Donne del vino toscane e per discutere, con l’aiuto del giornalista enogastronomico Gianni Fabrizio, delle scelte stilistiche e di marketing per un possibile rilancio futuro.

In degustazione brand celebri e di grande tradizione che già nella scorsa primavera, non appena invitati a partecipare alla degustazione, hanno risposto con entusiasmo. Una compilation straordinaria e irripetibile che ha messo insieme tutte le espressioni più tradizionali e innovative dei calici dolci toscani: sete Vin Santo di età e provenienza diverse, due passiti, un Occhio di Pernice, un Aleatico e un Moscadello.

Un po’ di storia – La Toscana ha vini dolci di grande genealogia: l’Aleatico vitigno a bacca nera presumibilmente proviene dai Greci. Il Moscadello di Montalcino era già apprezzato nel Rinascimento quando Sante Lancerio, bottigliere di Papa Paolo III, ne scriveva come di un vino dall’aspetto dorato e dal gusto amabile.
Ma è il Vin Santo quello con la storia più straordinaria dal Concilio di Firenze del 1431 quando è stato paragonato dal Cardinal Bessarione, di Nicea, al vino dell’isola di Xantos, dandogli il nome che porta ancora oggi. In epoca recente è stato Giacomo Tachis, il più celebre e celebrato enologo toscano, a dedicargli uno splendido volume. Il Vin Santo è parte della tradizione e dello stile di vita toscano ma oggi appare più degli altri svilito da tipologie di qualità e prezzo bassissimi e incompatibili con il processo produttivo tradizionale molto costoso. Ecco il patrimonio di storia e di cultura materiale che le Donne del vino intendono difendere e rilanciare con i loro vini e con le loro proposte.

Per l’occasione Donatella Cinelli Colombini, presenteràil suo nuovo Passito 2018 Bio da uve Traminer prodotto in sole 364 piccole bottiglie custodite in scrigni azzurri e munite di un certificato simile a quello delle opere d’arte.  Un vino prezioso e raro, ottenuto da un appassimento naturale e voluto da suo marito Carlo Gardini che, negli anni, ha ottenuto altissimi rating da parte della stampa internazionale. Un campione in piccolo formato che viene proposto insieme a tre formaggi scelti da Andrea Magi DeMagi, super premiato affinatore caseario: gli erborinati Superbia di bufala, Puffarello di pecora e il Maledetto toscano invecchiato due anni. A fine pasto invece l’abbinamento più tradizionale con un dolce creato appositamente dal campione del mondo Rossano Vinciarelli.
Infine, un tocco importante riguarda i posti in cui il vino viene consumato: panorami della Val d’Orcia e delle Crete senesi, luoghi pieni di storia e di identità.

L’associazione nazionale Le Donne del vino è nata a Firenze nel 1988, è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Le Donne del vino sono 1150 tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste e professioniste del settore impegnate su vari altri fronti. Sono in tutte le regioni italiane organizzate in delegazioni. Il gruppo toscano, composto da 94 socie coordinate da Donatella Cinelli Colombini, nel 2023 ha ideato un’iniziativa sul vetro leggero, organizzato corsi sul vino nelle scuole, raccolto fondi per il contrasto alla violenza di genere e ospiterà il 35° anniversario dalla fondazione con un evento dedicato alla cultura. La presidente nazionale è la produttrice campana Daniela Mastroberardino.

Vanessa Pompili