Ue, sì agli e-fuels ma boccia i biocarburanti

Nataliya Bolboka
06/04/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
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L’Europa si avvia allo stop delle auto a benzina e diesel dal 2035. L’unica deroga concordata dalla Commissione europea alla Germania sarà sugli e-fuels, carburanti sintetici in forma liquida o gassosa, ottenuti dalla trasformazione dell’energia elettrica in energia chimica. Tuttavia, si tratta di un processo che richiede consumi estremamente elevati, che ovviamente devono provenire esclusivamente da fonti rinnovabili.

Quella degli e-fuels potrebbe essere una buona soluzione, ma oltre ad essere un processo di produzione molto energivoro c’è un altro elemento da considerare. Al momento è ancora un prodotto da laboratorio, mentre la scadenza del 2035 si avvicina sempre di più.

La Commissione europea ha invece bocciato i biocarburanti proposti dall’Italia. Queste sostanze prodotte già in diversi stati dell’Africa, riutilizzano terrenti abbandonati, aridi o inquinati, su cui vengono piantati sementi di ricino, croton e cotone. I semi vengono spremuti per ricavarne un olio da miscelare con il carburante tradizionale. I prodotti di scarto invece possono essere utilizzati come compost e fertilizzante.

Sui biocarburanti ha scommesso anche l’Eni, riconvertendo tre impianti in bioraffinerie. L’azienda del Cane a sei zampe ha anche avviato dei percorsi di formazione, in collaborazione con Coldiretti, Filiera Italia e Bonifiche Ferraresi, in un centro sperimentale in Sardegna con caratteristiche simili ai territori africani in cui viene “coltivato” il biodiesel.

 Come riportato da Libero, Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha sottolineato che “si tratta di produzioni non in competizione con la filiera alimentare”. Luigi Scordamaglia, consigliere di Filiera Italia, ha dichiarato perplesso: “abbiamo messo in piedi un ciclo completo di economia circolare che non solo non è in competizione ma ottimizza la produzione di cibo e mangimi e proprio non si spiega il rifiuto della Commissione”.

In realtà, il no si spiega eccome. Prima di tutto l’impronta carbonica di queste sostanze è compresa tra l’80 e il 90 per cento. Allo stesso tempo i veicoli alimentati a biocarburanti non solo generano maggiori emissioni rispetto alle auto elettriche, ma impattano negativamente sulla qualità dell’aria. Infine, anche aumentandone la produzione, questa sarebbe comunque insufficiente a coprire tutto il parco circolante.

Insomma al momento l’unica soluzione realizzabile sembrano essere le macchine elettriche, ma anche lì le perplessità sono tante, intanto alla svolta mancano solo 12 anni.

Nataliya Bolboka