Adottata dalla Commissione europea una proposta di direttiva per facilitare alle società l’ampliamento dell’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario dell’Ue. La proposta mira ad agevolare le operazioni transfrontaliere delle imprese e ad aumentare la trasparenza e la fiducia in ambito societario rendendo disponibili al pubblico maggiori informazioni sulle imprese a livello comunitario. Ridurrà inoltre la burocrazia per le imprese transfrontaliere, risparmiando circa 437 milioni di euro all’anno di oneri amministrativi grazie a un certificato societario dell’Ue o all’applicazione del principio “una tantum”. La proposta contribuirà all’ulteriore digitalizzazione del mercato unico e aiuterà le imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, a operare nell’Ue.
Le società sono al centro del mercato unico. Grazie alle loro attività commerciali e ai loro investimenti, anche a livello transfrontaliero, svolgono un ruolo di primo piano nel contribuire alla prosperità economica e alla competitività dell’Ue, e nel portare avanti la duplice transizione verso un’economia sostenibile e digitale. A tal fine, le società hanno bisogno di un quadro giuridico prevedibile, propizio alla crescita e adeguato per far fronte alle nuove sfide economiche e sociali in un mondo sempre più digitale. Le misure proposte si applicheranno a circa 16 milioni di società di capitali e a 2 milioni di società di persone nell’Ue.
La proposta costituisce la seconda fase della digitalizzazione del diritto societario dell’Ue. Nel 2019, la direttiva sulla digitalizzazione (UE) 2019/1151 ha garantito la possibilità di effettuare on-line i procedimenti di diritto societario, e in particolare la possibilità di costituzione on-line delle società. La proposta in questione è complementare ed è volta ad aumentare la disponibilità delle informazioni sulle società, in particolare a livello dell’Ue, e ad eliminare gli ostacoli amministrativi quando le imprese e le autorità utilizzano tali informazioni in situazioni transfrontaliere. In generale, la proposta promuove soluzioni “digitali per default” per l’accesso o il ricorso alle informazioni sulle società nelle interazioni tra imprese e registri o autorità. La proposta si baserà inoltre sull’utilizzo di servizi fiduciari e garantirà la compatibilità di soluzioni come il certificato societario dell’UE con il futuro portafoglio europeo di identità digitale.
Riduzione della burocrazia e degli oneri amministrativi – Per ridurre la burocrazia e alleggerire gli oneri amministrativi per le imprese transfrontaliere, le norme proposte contemplano:
- l’applicazione del principio “una tantum”, in modo che le società non debbano ripresentare le informazioni quando costituiscono una succursale o una società in un altro Stato membro. Le informazioni pertinenti possono essere scambiate tramite il sistema di interconnessione dei registri delle imprese (Business Registers Interconnection System – BRIS);
- un certificato societario dell’Ue, contenente un insieme di informazioni di base sulle società, disponibile gratuitamente in tutte le lingue dell’Ue;
- un modello standard multilingue per una procura digitale dell’Ue che autorizzi una persona a rappresentare la società in un altro Stato membro;
- l’eliminazione di formalità quali la necessità di una postilla o di traduzioni certificate per i documenti societari.
Maggiore trasparenza e fiducia nelle imprese transfrontaliere – La proposta aggiorna le norme vigenti dell’Ue per le società per adeguarle ulteriormente agli sviluppi digitali e alle nuove sfide, e per stimolare la crescita e la competitività nel mercato unico.
Per assicurare una maggiore trasparenza e fiducia nelle imprese le norme proposte mirano a:
- garantire che le informazioni importanti sulle società (ad esempio sulle società di persone e sui gruppi di società) siano rese pubbliche, in particolare a livello dell’Ue, tramite il BRIS;
- facilitare le ricerche di informazioni sulle società nell’Ue consentendo la consultazione del BRIS e, parallelamente, di altri due sistemi che interconnettono i registri dei titolari effettivi e i registri fallimentari;
- garantire che i dati figuranti nei registri delle imprese siano esatti, affidabili e aggiornati, ad esempio prevedendo controlli delle informazioni sulle imprese prima della loro iscrizione in tali registri in tutti gli Stati membri.
La proposta sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Viene proposto che gli Stati membri abbiano due anni di tempo per recepire la direttiva nel diritto nazionale una volta che questa sarà stata adottata.