Ue: a Mahsa Amini il Premio Sacharov 2023

Vanessa Pompili
19/10/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
Ep 157399f Plenary 19 Sakharov
Foto: www.europarl.europa.eu

In un momento in cui su più fronti del globo terrestre si combatte per affermare e conservare la propria identità culturale, religiosa e territoriale arriva dal Parlamento europeo l’annuncio della vincitrice del Premio Sacharov 2023 per la libertà di pensiero, riconoscimento che sin dalla sua istituzione promuove la libertà di espressione, i diritti delle minoranze, il rispetto del diritto internazionale, lo sviluppo della democrazia e l’attuazione dello Stato di diritto.

Quest’anno i deputati hanno assegnato il premio a Jina Mahsa Amini e al movimento di protesta iraniano “Donna, vita e libertà”.

A darne l’annuncio giovedì 19 ottobre, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, durante la sessione plenaria a Strasburgo, a seguito della decisione presa dalla Conferenza dei presidenti.

Ep 157399f Plenary 19 Sakharov
Roberta Metsola
Foto: www.europarl.europa.eu

“Il 16 settembre ricorre l’anniversario dell’omicidio di Jina Mahsa Amini in Iran – ha dichiarato la presidente Metsola. “Il Parlamento europeo è fiero delle donne coraggiose e audaci che continuano a lottare per l’uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran. Siamo con coloro che, anche dal carcere, continuano a mantenere in vita il movimento “Donna, vita e libertà”. Scegliendole come vincitrici del Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2023, questa Camera ricorda la loro lotta e continua a onorare tutte coloro che hanno pagato il prezzo finale per la libertà”.

La cerimonia di premiazione si svolgerà il 13 dicembre 2023 nell’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo.

Impossibile non ricordare la storia di Mahsa Amini, la giovane donna curda iraniana di 22 anni, arrestata dalla polizia a Teheran il 13 settembre 2022 per aver ignorato le rigide leggi iraniane sull’uso del velo. Arrestata e brutalmente picchiata dalla polizia morale, Mahsa è morta in un ospedale di Teheran tre giorni dopo gli abusi fisici subiti durante la detenzione. La sua morte ha scatenato massicce proteste guidate da donne in Iran. Con lo slogan “Donna, vita, libertà”, hanno protestato contro la legge dell’hijab e altre leggi discriminatorie. Mahsa è stata solo una delle tante vittime del regime religioso ultraconservatore musulmano. Tante le vittime prima e dopo di lei.

È dei primi di ottobre la notizia della ragazza iraniana di 16 anni, Armita Garawand, ricoverata in fin di vita in ospedale per trauma cranico, dopo il pestaggio da parte della polizia morale nella metropolitana di Teheran perché “indossava male”, o forse non indossava, il velo islamico.

A seguito della brutale repressione delle proteste da parte del regime iraniano, il Parlamento europeo ha ripetutamente condannato la situazione dei diritti umani nel Paese islamico.

Nell’ottobre 2022, i deputati hanno chiesto sanzioni contro i funzionari iraniani coinvolti sia nella morte di Jina Mahsa Amini che nella repressione del regime, e hanno espresso il loro sostegno al movimento di protesta pacifico in Iran. Nel gennaio 2023, i deputati hanno chiesto ulteriori sanzioni contro il regime iraniano e l’Ue per inserire il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche nella sua lista terroristica.

Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, assegnato per la prima volta nel 1988 a Nelson Mandela e ad Anatolij Marčenko, è il massimo riconoscimento che l’Unione europea (Ue) conferisce agli sforzi compiuti a favore dei diritti dell’uomo. È attribuito a singoli, gruppi e organizzazioni che abbiano contribuito in modo eccezionale a proteggere la libertà di pensiero.

Vanessa Pompili