Salario minimo: il dibattito italiano

Nataliya Bolboka
06/06/2022
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Prevista per questa sera l’approvazione della direttiva europea sul salario minimo. Ma se in Europa si è ormai prossimi all’accordo, in Italia il dibattito è ancora aperto.
Il salario minimo è una soglia di retribuzione fissata dalla legge, sotto la quale non è possibile scendere.
Nell’Unione europea sono già 21 gli Stati che possiedono uno stipendio minimo per legge.
Negli altri sei, tra i quali è compresa anche l’Italia, la paga base viene individuata dai contratti collettivi di ciascuna categoria.
Il provvedimento proposto dalla Commissione europea non impone un minimo salariale per tutti i paesi membri, ma stabilisce i criteri per garantire un “tenore di vita dignitoso”.

Come affermato dal Commissario Ue, Nicolas Schmit, e riportato da La Repubblica, l’obiettivo è “istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi” in tutti i 27 paesi.
Una volta approvata la direttiva, l’Italia avrà quindi due anni di tempo per uniformarsi al provvedimento.
Si riapre allora la questione che a più riprese è stata al centro del dibattito politico ed economico nazionale, che ha tra il M5S i più ferventi sostenitori.
Ad oggi sono due le opzioni possibili, rispettivamente dell’ex ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dell’attuale ministro, Andrea Orlando.
La proposta di Catalfo, redatta insieme alla presidente della Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Susy Matrisciano, stabilisce che siano le parti sociali a trovare un accordo sul trattamento minimo complessivo. Qualora non si raggiunga un’intesa tra le parti, il testo prevede una paga oraria base di nove euro lordi.
Orlando, propone il cosiddetto Tec, Trattamento economico complessivo. Anch’esso viene stabilito dalle parti sociali più rappresentative, ma non prevede soglie minime. Inoltre, comprende ferie, Tfr, notturni, straordinari e quattordicesime.
Al dibattito in corso si aggiungono ulteriori considerazioni. Alcuni sindacati temono, infatti, che una soglia minima di nove euro vada a discapito dei contratti con soglia superiore, che verrebbe così diminuita. Allo stesso tempo secondo l’Istat “Un salario minimo troppo elevato potrebbe scoraggiare le assunzioni o spingere verso il lavoro irregolare”.

Nataliya Bolboka