Rifugiati ucraini in Italia, i dati dell’UNHCR

Nataliya Bolboka
27/02/2023
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Children Fleeing The War Background

Su più di 1.500 rifugiati ucraini arrivati in Italia intervistati, quasi due su tre possiedono una formazione universitaria e più della metà degli adulti in età lavorativa è alla ricerca di un impiego.

È quanto emerge dallo studio condotto dall’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, in partnership con INTERSOS ed in collaborazione con la Protezione Civile. Il report costituisce un’analisi socioeconomica sulla popolazione ucraina arrivata in Italia da febbraio 2022.

Lo studio è stato condotto attraverso la somministrazione di un questionario di profilazione socio-economica e di protezione ai nuclei familiari ucraini arrivati in Italia dall’inizio della guerra in Ucraina.
I nuclei intervistati sono stati oltre 660, per un totale di 1531 persone profilate, di cui 930 adulti e 601 bambini, ospitati nella rete di accoglienza o in sistemazioni autonome, principalmente nelle città di Roma, Milano e Napoli.

L’obiettivo della ricerca è fornire una fotografia parziale della comunità di rifugiati ucraini giunti in Italia, attraverso l’analisi dei bisogni dei nuclei familiari, le prospettive dei rifugiati sul territorio, le vulnerabilità ed i bisogni specifici, il livello di studi ed il profilo lavorativo degli adulti, l’accesso all’istruzione e le conoscenze linguistiche dei minori, l’accesso ai servizi e alla sanità, ed infine le percezioni sul processo di integrazione.

In base ai dati raccolti il 72 per cento degli adulti intervistati possiede una formazione universitaria. Inoltre, tra gli adulti in età lavorativa il 39 per cento parla inglese ed il 30 per cento parla italiano. Il tasso di istruzione degli intervistati quindi è abbastanza elevato.

Tra gli adulti in età lavorativa, il 63 per cento è in cerca di lavoro, l’11 per cento lavora attualmente in Italia e il 7 per cento svolge un lavoro a distanza. Prima che la guerra li costringesse a lasciare il proprio paese, erano impiegati principalmente in tre settori: attività commerciali, retail e grande distribuzione; business, amministrazione aziendale, risorse umane e finanza; educazione e formazione.

Il 25 per cento dei rifugiati ucraini ha una vulnerabilità, di cui il 59 per cento con una condizione medica specifica e il 24 per cento una disabilità. Il 15 per cento è in carico presso un ospedale, mentre le donne incinte sono il 3 per cento dei rifugiati vulnerabili. Dunque, tra i nuclei familiari intervistati, il 39 per cento includono almeno una persona con vulnerabilità.

Il 21 per cento dei minori non frequenta la scuola italiana principalmente per barriere linguistiche o perché optano per la didattica a distanza della scuola ucraina. Altri ostacoli nell’accesso al sistema scolastico italiano sono rappresentati dalla mancanza di un indirizzo di residenza o di un alloggio stabile, così come dalla mancanza di posti nelle scuole o dalla difficoltà di comunicare con la segreteria scolastica.

Tra i nuclei familiari intervistati l’86,4 per cento reputa la propria permanenza in Italia di lunga o media durata. Valore sicuramente influenzato dal fatto che il 61 per cento degli intervistati hanno raggiunto provincie in cui possiedono familiari o una rete di persone su cui fare affidamento (51 per cento) o hanno una conoscenza pregressa della località (10 per cento).

Nataliya Bolboka