“E’ lo spopolamento il nemico dei territori periferici, soprattutto nelle aree interne. Le aree periferiche ed interne italiane sono però custodi di cospicue risorse culturali, artistiche, paesaggistiche, enogastronomiche: ideare e realizzare progetti di sviluppo economico e sociale territoriale avrebbe il vantaggio di valorizzare e rivitalizzare musei, luoghi della cultura e della storia, paesaggi rurali storici e tradizioni enogastronomiche, produzioni agricole territoriali, contribuendo a ripopolare i territori attraverso la creazione di servizi di prossimità, formazione, digitalizzazione, attività che consentono ai luoghi di vivere quando i turisti tornano a casa. Per raggiungere questo obbiettivo è necessario che mondo imprenditoriale, università e Terzo Settore, insieme alla parte pubblica, si alleino, in forma ad esempio di imprese sociali ad hoc in grado di ideare e realizzare progetti di sviluppo territoriale”.
A dirlo è Antonella Giachetti, presidente di Aidda, associazione delle imprenditrici e donne dirigenti d’azienda.
“Manca ancora la piena consapevolezza della natura emergenziale del processo di spopolamento delle aree interne, dove la perdita di popolazione rischia di lasciare in stato di abbandono più della metà del suolo nazionale. Fondamentale sarebbe sfruttare al meglio l’orientamento delle risorse del Pnrr – continua Giachetti –. Occorre investire su paesi e piccoli borghi per decongestionare le città. La conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio italiano si intreccia con la sfida demografica. E si intreccia anche con l’esigenza di una vitalità economica spontanea, sostenuta dalla presenza di servizi primari ma alimentata dal lavoro delle persone. In questo senso è essenziale la promozione del lavoro femminile”.
“La sinergia tra imprese, Terzo Settore, università e pubbliche amministrazioni grazie ad una visione sistemica ed interdisciplinare – dice Giachetti – può generare nuovi modelli di business a impatto, proprio laddove il pubblico non riesce ad arrivare con modelli di welfare tradizionali. Le imprese sociali nate da questa sinergia potrebbero essere i soggetti più accreditati per intercettare in modo efficiente tipi diversi di finanziamento, dai fondi Pnrr a quelli di coesione fino ai finanziamenti privati, con progetti multidisciplinare e trasversali a più settori economici”.
“Le imprenditrici di Aidda – sottolinea Giachetti – vogliono stimolare riflessioni sull’avvio di modalità diverse di progettazione per generare effettive trasformazioni virtuose dell’attuale modello di sviluppo, un rapporto diverso tra uomo e territorio, tra cultura e ambiente. Come associazione di donne ci sta a cuore la promozione di uno sviluppo economico che crei micro-sistemi economici territoriali centrati su ritmi legati alla vita dell’uomo dove le donne possano naturalmente coniugare lavoro e vita familiare con beneficio della loro indipendenza economica e della loro propensione alla natalità. Le donne potranno svolgere un ruolo strategico fondamentale nella realizzazione sostenibile di tali percorsi che hanno il grande merito di produrre un incremento di ‘beni relazionali’ contribuendo a sviluppare valori umanistici”.