Osservatorio sul precariato: i dati dell’Inps

Vanessa Pompili
23/10/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
Lavoro

Buone notizie dall’Inps relative al mercato del lavoro. Pubblicati dall’Istituto i dati dell’Osservatorio sul precariato aggiornati a luglio 2023.

Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, a luglio 2023 è pari a 478mila posizioni di lavoro, confermando sostanzialmente il livello costantemente osservato da febbraio (tra 450mila e 500mila unità).

Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a +369mila unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione è pari a +109mila unità: +36mila per i rapporti a tempo determinato, 31mila per gli intermittenti, +30mila per gli apprendisti, +15mila per gli stagionali e meno mille per i somministrati.

Complessivamente le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati fino a luglio di quest’anno sono state 5.063.000, in leggerissima flessione rispetto allo stesso periodo del 2022 (-0,6 per cento), flessione dovuta agli andamenti delle assunzioni di contratti in somministrazione (-7 per cento), a tempo indeterminato (-6 per cento) e in apprendistato (-3 per cento).

Per le altre tipologie contrattuali si registra una leggera crescita: lavoro intermittente +3 per cento, stagionali +2 per cento e tempo determinato +2 per cento. Le trasformazioni da tempo determinato nel corso nei primi sette mesi del 2023 sono risultate 471mila, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+5 per cento). Contemporaneamente le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo sono risultate in flessione (-18 per cento). Le cessazioni fino a luglio del 2023 sono state 3.909.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-2 per cento). Concorrono a questo risultato i contratti a tempo indeterminato (-7 per cento), i contratti in somministrazione (-7 per cento) e i contratti in apprendistato (-5 per cento). In controtendenza risultano i contratti a tempo determinato (+1 per cento), i contratti stagionali (+3 per cento) e quelli di lavoro intermittente (+3 per cento).

Le agevolazioni ai rapporti di lavoro – Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati nel corso dei primi sette mesi del 2023 – considerando quindi sia le assunzioni che le variazioni contrattuali – presentano complessivamente una variazione pari al -3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, gli esoneri contributivi totali per i giovani e le donne hanno registrato un’importante flessione rispetto allo stesso periodo del 2022: su ciò ha influito la circostanza che la Commissione europea ha autorizzato solo a giugno la concedibilità degli esoneri in oggetto. L’agevolazione “Decontribuzione Sud” segna ancora una crescita (+5 per cento) confermandosi come l’agevolazione di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti.

I rapporti in somministrazione – Nel corso dei primi sette mesi del 2023, rispetto al corrispondente periodo del 2022, le assunzioni in somministrazione sono aumentate per i contratti a tempo indeterminato (+6 per cento) mentre sono diminuite significativamente quelle a termine (-8 per cento) che includono sia i contratti a tempo determinato sia i contratti stagionali. Anche per le cessazioni si rileva un aumento per i contratti a tempo indeterminato (+9 per cento) e una flessione per i contratti a termine (-8 per cento). Il conseguente saldo annualizzato – e quindi la variazione tendenziale – è risultato negativo a luglio 2023 (-1.100), esito algebrico di una tendenziale flessione delle posizioni di somministrazione a tempo indeterminato (-4mila) e di un incremento di quelle a termine (+3mila).

Il lavoro occasionale – La consistenza dei lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale (CPO) a luglio 2023 si attesta a poco più di 18mila unità, in aumento del 18 per cento rispetto allo stesso mese del 2022 confermando un trend in atto dall’inizio del 2023 l’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 299 euro, anch’esso in tendenziale incremento. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del libretto Famiglia (LF), a luglio 2023 essi risultano circa 9mila, in diminuzione dell’8 per cento rispetto a luglio 2022; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 179 euro.

Vanessa Pompili