Ohoskin: la “pelle” che ama la natura e gli animali

Vanessa Pompili
29/11/2022
Tempo di lettura: 3 minuti
(foto: ohoskin.com)

Dalle arance e fichi d’india arriva Ohoskin, il primo materiale bio-based e non fossile made in italy alternativo alla pelle di lusso.

Ohoskin utilizza una combinazione di polimero a base biologica di arance e cactus e un nuovo PVC di origine biologica. Questo PVC, pur garantendo un’eccellente durabilità (e quindi un ciclo di vita esteso), riduce le emissioni di carbonio del 90 per cento, grazie alla sua formulazione non fossile composta da materie prime organiche provenienti dall’industria forestale e componenti fossili riciclati.

La crescente domanda di alternative vegane alla pelle ha recentemente invaso il mercato, con un +178 per cento di ricerche su Internet, solo nell’ultimo anno, di termini come “pelle vegana” e similari.

Il 90 per cento delle concerie di pelle nel mondo impiega ancora il cromo, che provoca gravi danni sia all’ambiente che alla salute umana, anche le alternative sintetiche e vegane spesso impiegano metodi e componenti tossici per gli ecosistemi e le persone. Ad esempio la PU, rilascia microplastiche nell’ambiente e ha un ciclo di vita breve. Oppure il PVC contiene ftalati, pericolosi per la salute umana.

L’innovativa azienda siciliana con sede a Catania, invece seleziona e lavora i sottoprodotti industriali provenienti da arance e pale di ficodindia coltivati da agricoltura biologica, ossia gli “scarti” dell’industria alimentare e cosmetica. Queste “materie prime” vengono trasformate in un biopolimero liquido che viene successivamente spalmato su una base in tessuto. Il risultato è Ohoskin, un’alternativa alla pelle, brevettata a livello internazionale e perfetta per quei marchi di lusso che voglio unire la bellezza alla sostenibilità.

Per realizzare Ohoskin vengono riutilizzate 1,3 milioni di tonnellate di sottoprodotti di arance e cactus che le industrie agroalimentari e cosmetiche siciliane producono annualmente. Significa dare nuova vita a rifiuti che altrimenti sarebbero considerati un costo ambientale ed economico. Per coltivare gli ingredienti utili alla sua produzione, non c’è consumo di acqua o di altre risorse e non si sottraggono nuove colture alla catena alimentare.

Altro aspetto importante in un’ottica di economia circolare, è che le arance e le pale di ficodindia utilizzati, non necessitano di alcun costo di smaltimento sia dal punto di vista ambientale che economico. Con Ohoskin, un sottoprodotto di un settore diventa materia prima per un altro. In questo modo si genera nuovo valore, producendo profitto per ogni attore della filiera, e liberando la terra dall’ennesimo spreco.

(foto: ohoskin.com)

Al tempo stesso si aiutano i marchi di lusso ad abbattere le loro emissioni di carbonio ed a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e di rispetto per gli animali.

E se il polimero brevettato proviene da sottoprodotti vegetali dell’industria agricola e cosmetica, il PVC bio-attribuito deriva da residui dell’industria forestale e da componenti in plastica riciclata. Questo permette di aumentare la composizione a base biologica al 32 per cento, mentre il restante 68 per cento, è costituito da elementi non fossili. Ohoskin è riciclabile, separando la spalmatura dal supporto. L’azienda si propone l’obiettivo futuro di rendere Ohoskin un materiale totalmente riciclabile, senza bisogno di dover separare le sue componenti.

Oggi sono disponibili 70 diverse composizioni di Ohoskin, ma si può produrre con qualsiasi colore, consistenza, tessuto di supporto. La sua grande versatilità le permette di essere impiegata nei settori dell’arredamento, dell’automotive e della moda.

La produzione e filiera è 100 per cento Made in Italy, trasparente e certificata in blockchain.

Vanessa Pompili