Mics, due nuovi bandi per progetti sul Made in Italy

Giampiero Castellotti
23/01/2024
Tempo di lettura: 6 minuti
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Made in Italy circolare e sostenibile (Mics) presenta due nuovi bandi a cascata del valore complessivo di 18 milioni euro, di cui tre agli organismi di ricerca e alle università pubbliche e private e quindici per micro, piccole, medie e grandi imprese per la realizzazione di progetti in ambito Abbigliamento, Arredamento e Automazione-Meccanica.

I due bandi sono stati presentati ufficialmente durante l’evento organizzato da Mics dal titolo “Il futuro è il nostro partner” a Palazzo Brancaccio a Roma.

Mics è un partenariato esteso finanziato dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca) e fa parte dei progetti relativi alla Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR.

I nuovi bandi

Il primo bando a cascata, dal valore di tre milioni di euro, sarà interamente dedicato agli organismi di ricerca e università pubbliche e private. I progetti, dal valore minimo di 150 mila euro e massimo di 500 mila euro, saranno finanziati interamente e copriranno tutte le spese relative al personale già esistente, alle assunzioni, ai costi di consulenza esterne e all’acquisto di attrezzature, parte integrante del progetto di ricerca. Il bando avrà durata di circa un mese e, dopo l’invio delle domande di adesione, una commissione di valutazione composta dai rappresentanti delle otto aree tematiche (Spoke), valuterà l’inserimento delle proposte attraverso una griglia di valutazione che terrà conto delle seguenti premialità: coinvolgimento di donne nel personale che condurrà la ricerca, impatto atteso della ricerca sulla sostenibilità sociale e proposta che sarà svolta nel Mezzogiorno e/o Isole.

I partecipanti avranno 18 mesi di tempo per poter presentare i risultati del progetto.

Dopo la fase di verifica dei parametri, il Politecnico di Milano, che è soggetto capofila del Partenariato, comunicherà la vincita o meno del bando e, da quel momento, inizia la fase di ricerca che deve essere rendicontata entro la fine del 2025, pena la perdita dei finanziamenti.

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Marco Taisch

Il secondo bando a cascata dal valore complessivo di quindici milioni di euro prevede come beneficiari le micro, piccole, medie e grandi imprese. Possono partecipare al bando singolarmente oppure creando un’associazione temporanea con organismi di ricerca (dove il massimo budget per questi ultimi all’interno del progetto presentato è il 20%). I progetti di ricerca presentati devono avere un valore a partire da 150 mila euro fino a un milione di euro per ogni singolo progetto di ricerca in ambito industriale e le spese relative al personale esistente, alle nuove assunzioni e alle attrezzature verranno coperte per un massimo pari al 70% in proporzione alle dimensioni delle aziende. Le imprese avranno 12 mesi di tempo per poter completare il progetto.

Nei progetti, oltre a rispettare le linee relative ai settori del partenariato (Moda, Arredamento e Automazione), verranno premiate l’originalità e la trasferibilità dei risultati verso altri settori industriali, la rilevanza del settore e del mercato target della proposta progettuale e l’impatto che i risultati del progetto potrebbero avere concretamente sui temi di circolarità e sostenibilità ambientale e sociale.

Al termine dei due bandi a cascata, se i risultati saranno positivi, ci sarà la possibilità di ulteriori integrazioni con altre risorse.

“I risultati ottenuti quest’anno da Mics seguono principalmente quattro direzioni trasversali nei settori di Abbigliamento, Arredamento e Automazione-Meccanica: la ricerca sui nuovi materiali dal recupero degli scarti della lavorazione delle pelli, agli smart materiali per i tessuti sportivi, lo sviluppo di soluzioni e piattaforme per aiutare le imprese di settori diversi a fare cross-fertilization, la trasformazione del modello di business verso un Made in Italy di servizi per vendere, oltre ai prodotti, anche le funzioni d’uso e know-how e, infine, le nuove forme di collaborazione che possano abilitare la fabbrica del futuro, per esempio fra produttori di macchinari standard e non – commenta Marco Taisch, presidente di Mics.

“L’investimento in Mics è duplice: da un lato vengono inventati materiali e processi che le nostre imprese potranno utilizzare in futuro, dall’altro si formano persone con competenze necessarie per progredire tecnologicamente. Abbiamo infatti creato un gruppo di stakeholder con circa 250 soggetti tra imprese, associazioni di categoria, federazioni e cluster con i quali abbiamo creato una rete di comunicazione attiva e costante con la quale condividere i nostri risultati. L’utente finale è il tessuto industriale italiano”.

I partner coinvolti ad oggi

Tra i partner pubblici coinvolti spiccano: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Brescia, Università degli studi di Federico II di Napoli, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Palermo e Università di Roma La Sapienza.

Tra i partner industriali: Aeffe, Brembo, Camozzi Group, Cavanna, Italtel, Itema, Leonardo, Natuzzi, Prima Additive, SACMI, SCM Group, Stazione Sperimentale dell’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, Thales Alenia Space.

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“Il Made in Italy presenta tre settori d’eccellenza, contrassegnati da 3 A: l’Abbigliamento, l’Arredamento e l’Automazione, che in sostanza è la meccanica – spiega ancora Taisch. “Se l’Automazione genera il 20% del Pil, l’Abbigliamento il 3% e l’Arredamento il 2%, cioè un 25% diretto totale, è altrettanto vero che con l’indotto al 27%, fatto dalla logistica, dai servizi, dal settore bancario, ecc., si arriva ad un totale di oltre il 50% del Pil. Lo stesso discorso si può fare per gli investimenti: 15% nell’Automazione, 2% nell’Abbigliamento e 1% nell’Arredamento per un totale del 18% che sale al 44% con l’indotto”.

Taisch illustra anche le sfide future: “L’attuale quadro economico è segnato dalla complessità, segnata non solo dalla rivoluzione digitale e dall’economia circolare, ma soprattutto dalla situazione geopolitica fatta sia dei conflitti in corso, ma anche del ruolo crescente della Cina, di un’Africa che cresce e dell’ambizione indiana di diventare a breve la terza potenza mondiale. A ciò si aggiunge la sfida del mercato, che vede le attenzioni riposte sui giovani nativi digitali e nel contempo sensibili alla sostenibilità, come nel caso delle scelte vegane. Ci sono ancora i temi della scarsità delle risorse, dei problemi della logistica – si pensi a cosa sta avvenendo nel canale di Suez, o della carenza delle competenze. Chiuderei con la trasformazione della globalizzazione, con qualcuno che ci vede un futuro allentamento, ma anche i nuovi modelli di business, non solo prodotti o materiali o fabbriche, ma anche e soprattutto servizi”.

Giampiero Castellotti