Altro che macchine green, è boom di usato

Nataliya Bolboka
12/04/2023
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Altro che macchine green, tra crisi di microchip e semiconduttori, inflazione e tempi di attesa lunghissimi comprare un’auto nuova è diventato sempre più difficile. Se poi si considera che nella maggior parte delle città italiane i mezzi pubblici non sono adeguati o non coprono tutte le zone per cui la macchina non è solo una comodità, ma una necessità, l’unica soluzione per chi non può permettersi di aspettare mesi e mesi è quella di rivolgersi al mercato dell’usato con prezzi alle stelle.

In base ai dati Aci, Automobile club d’Italia, nei primi otto mesi del 2022 i passaggi di proprietà per monovolumi e berline sono stati 1.778.307, mentre le nuove immatricolazioni solo 865.044.
Riporta Libero: “Nel 2022 i costi delle auto di seconda mano hanno subìto un rincaro medio del 24 per cento e si tratta di un fenomeno che sta proseguendo anche nel 2023. Al punto che nei primi tre mesi di quest’anno l’aumento dei listini si aggira intorno al più 30 per cento”, ha dichiarato Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane.

Inoltre, le macchine sono sempre più vecchie. Fino a dieci anni fa si compravano auto usate relativamente recenti, dove solo quattro vetture su dieci erano state immatricolate da un decennio. Ora invece la metà delle auto usate acquistate hanno una data di immatricolazione dal 2010 in poi. Non stupiscono quindi i dati dello studio di Acea, l’Associazione europea dei costruttori di automobili, risalante a qualche mese fa, secondo cui l’età media delle vetture in Italia si attesta sui 12,2 anni.

In una situazione come quella attuale appare evidente che lo stop dell’Ue alle auto a benzina e diesel dal 2035 metterà in difficoltà tante famiglie. Da una parte già adesso la produzione automobilistica versa in grosse difficoltà che, tra guerra e pandemia, non avranno facile risoluzione. Dall’altra i prezzi sono alle stelle.

I produttori assicurano che con il tempo il costo dell’auto elettrica diminuirà sempre di più, ma se la domanda, per forza di cose, crescerà, mentre l’offerta resterà scarsa come lo è adesso, la legge di mercato insegna che i prezzi non faranno altro che aumentare sempre di più.

Viene quindi spontaneo domandarsi se quello del 2035 è un obiettivo davvero realizzabile e quali saranno le ripercussioni sulle tasche degli europei, soprattutto per un paese come l’Italia dove il trasporto pubblico di certo non rappresenta un’eccellenza.

Nataliya Bolboka