L’importanza dell’equità e dell’inclusione in azienda

Giampiero Castellotti
09/02/2024
Tempo di lettura: 3 minuti
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Per la maggior parte delle organizzazioni, l’impegno verso la diversità, l’equità e l’inclusione rimane elevato. Lo conferma una ricerca di Workday, fornitore di applicazioni cloud aziendali per la gestione finanziaria e delle risorse umane.

Avendo l’obiettivo di comprendere le motivazioni, le attività e i progressi compiuti, la ricerca ha rivelato che, in particolare in Italia, il 78% dei partecipanti ha reso la cosiddetta “Dei”, cioè appunto la diversità, l’equità e l’inclusione, prioritaria nell’ultimo anno, con l’88% delle organizzazioni che disponeva di un budget specifico per la stessa.

Lo studio, condotto da Sapio Research, è stato realizzato alla fine del 2023, coinvolgendo 2.600 professionisti HR e business leader provenienti da 19 Paesi (Australia, Austria, Belgio, Canada, Francia, Germania, Hong Kong, Irlanda, Italia, Giappone, Corea, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti).

Il 66% degli intervistati ha affermato che la principale spinta per implementare iniziative “Dei” proviene dall’interno, mentre il 38% ha dichiarato che dirigenti e dipendenti stanno contribuendo in modo equo a promuovere le iniziative ad essa connesse.

Alcune delle ragioni chiave per supportare le iniziative “Dei” emerse nell’indagine includono:

  • Impatto positivo sul successo e i risultati aziendali (36%)
  • Miglioramento dell’engagement dei dipendenti (35%) e del benessere del personale (40%)
  • Attrarre e reclutare una forza lavoro diversificata (23% in Italia, contro il 43% a livello globale)

I risultati sono incoraggianti per gli sforzi in materia di diversity, equity e inclusion nel 2024. Tuttavia, se le organizzazioni intendono adottare un approccio più maturo, c’è ancora lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda l’importanza di raccogliere dati “Dei” più dettagliati e riconoscere l’impatto dell’intelligenza artificiale e del machine learning evidenziato.

La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel favorire la “Dei”. La ricerca evidenzia, infatti, una forte correlazione tra maturità strategica, adozione di tecnologie e un solido programma di diversity.

Le aree che hanno registrato il maggiore impatto positivo sono lo sviluppo delle performance e i sondaggi sul sentiment, con rispettivamente l’82% e l’78% degli italiani intervistati che riferiscono miglioramenti su tutti i fronti grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e altre tecnologie. Questo evidenzia il ruolo positivo che intelligenza artificiale ​​e machine learning possono svolgere nel successo delle iniziative “Dei”, con le organizzazioni che ricorrono alla tecnologia per contribuire a delineare una visione più dettagliata dell’esperienza dei dipendenti.

Sebbene l’impegno delle organizzazioni rimanga elevato, la ricerca suggerisce che migliorare l’uso del benchmarking può aumentare la responsabilità e fornire una valutazione accurata dei progressi. Inoltre, l’adozione della responsabilità condivisa risulta essere cruciale per raggiungere il successo strategico.

Esiste un’enorme opportunità per le aziende di utilizzare dati e tecnologia per migliorare il proprio impegno verso la “Dei”. Poco più della metà delle organizzazioni (55%) ha compiuto progressi o sta attualmente adottando un approccio strategico alla diversity, mentre il 45% non ha ancora iniziato, indicando che abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere la maturità strategica. C’è una buona ragione per ritenere che implementare un approccio efficace alla “Dei” dipenda dalla capacità dell’organizzazione di favorire la responsabilità condivisa e definire gli obiettivi di diversità, equità ed inclusione dai vertici verso il basso.

Riconoscere e abbracciare la diversity in tutte le sue manifestazioni è fondamentale per un’azienda di successo. Dalle diverse prospettive ed esperienze vissute, ai pensieri e idee divergenti, la nostra capacità di celebrare e sfruttare la diversità è essenziale.

Giampiero Castellotti