Le prime indicazione della NADEF

Domenico Mamone
28/09/2023
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Nel corso del Consiglio dei ministri di ieri sera è stata dunque approvata la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) del 2023. Come noto, il documento riporta le intenzioni di spesa e le previsioni di crescita e di indebitamento del governo, oltre a una descrizione delle principali misure che l’esecutivo intende adottare. Alla NADEF, la Nota di aggiornamento del DEF, spetterà, invece, il compito di aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica, precedendo di alcuni mesi la legge di bilancio di fine anno, in cui verranno elencate dettagliatamente le principali misure economiche del governo. Pur non essendo stato ancora diffuso pubblicamente il testo della NADEF per il 2023, tuttavia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ne ha parlato durante la conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri. Ha dichiarato che l’aggiornamento al DEF è stato influenzato dalla politica monetaria “restrittiva” della Banca centrale europea, finalizzata a controllare l’inflazione, e dalle conseguenze della guerra in Ucraina sull’economia europea.

La novità più rilevante della prossima manovra riguarderà il deficit, che per quest’anno – secondo la NADEF – sarà del 5,3 per cento del Pil, quindi aumentato rispetto a quanto previsto nel DEF, dove era fissato l’obiettivo del 4,5 per cento.

Il ministro Giorgetti ha spiegato che tale aumento deriva principalmente dagli effetti della contabilizzazione del “Superbonus 110%”, l’agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione edilizia, che hanno sottratto ingenti risorse allo Stato, quantizzate in 130 miliardi di euro secondo le dichiarazioni del premier Meloni. “In assenza di questa contabilizzazione avremmo raggiunto l’obiettivo dichiarato in sede di DEF – ha aggiunto Giorgetti. Per il 2024 è stato fissato l’obiettivo del 4,3 per cento.

La manovra dell’esecutivo, pertanto, mette in luce i danni procurati dagli interventi populisti dei precedenti governi – quali il “Superbonus 110%”, di cui si sono avvantaggiati principalmente i proprietari di ville o il Reddito di cittadinanza – mentre il primo taglio del cuneo fiscale realizzato dall’attuale esecutivo sta garantendo una boccata d’ossigeno, per quanto esigua, ai lavoratori. L’intenzione di prolungare questo primo intervento, con la prospettiva di accrescerlo, ci vede naturalmente concordi.

Domenico Mamone