Istat, nel quarto trimestre 2024 pil in crescita dello 0,2 per cento

Nataliya Bolboka
05/03/2024
Tempo di lettura: 2 minuti
Economia Inflazione, pil

“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la crescita congiunturale dello 0,2 per cento dell’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2023 rispetto alla stima preliminare di fine gennaio. In termini tendenziali, la crescita è risultata dello 0,6 per cento, in lieve rialzo rispetto allo 0,5 per cento registrato in via preliminare”. È quanto fatto sapere dall’Istat in relazione ai conti economici del quarto trimestre 2023.

In base ai dati dell’Istituto statistico, il prodotto interno lordo (Pil) italiano, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,6 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2022.

La crescita congiunturale del Pil diffusa il 30 gennaio 2024 era stata dello 0,2 per cento mentre quella tendenziale era stata dello 0,5 per cento. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022.

Per il 2024, quindi, è stata acquisita una variazione dello 0,2 per cento, un punto percentuale in più rispetto alla stima del 30 gennaio 2024, pari allo 0,1 per cento.

La crescita è dovuta principalmente agli investimenti (più 0,5 per cento), alla domanda estera netta (più 0,4 per cento) e alla spesa delle amministrazioni pubbliche (più 0,1 per cento). Al contrario i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp) hanno sottratto 0,8 punti percentuali alla crescita del Pil e il contributo delle scorte è risultato nullo.

Riguardo ai principali aggregati della domanda interna, rispetto al trimestre precedente i consumi finali nazionali sono diminuiti dello 0,9 per cento. Di contro gli investimenti fissi lordi sono cresciuti del 2,4 per cento, le importazioni dello 0,2 per cento e le esportazioni dell’1,2 per cento.

Tra le componenti dell’offerta il valore aggiunto dell’industria ha registrato una crescita dell’1,1 per cento, favorito dal forte incremento delle costruzioni, cresciute del 4,7 per cento. Andamento negativo, invece, per l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca, che hanno registrato un meno 0,3 per cento e i servizi con un meno 0,1 per cento.

Nataliya Bolboka