Islanda: sciopero delle donne per la parità di genere

Vanessa Pompili
24/10/2023
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Secondo i dati ufficiali del 2022 l’Islanda è il primo Paese al mondo per parità di genere, con una diminuzione del 90 per cento gap salariale e sociale solo negli ultimi tre anni. Ma per Katrín Jakobsdóttir, prima ministra in carica dal 2017, questo non basta.

Ogni anno il World Economic Forum stila un report sul divario di genere che, negli ultimi quattrodici anni, vede l’Islanda (tra gli oltre cento Paesi analizzati) sempre più vicina al raggiungimento della parità di genere.

L’isola nordica è stata anche il primo Paese al mondo ad emanare una legge per la parità salariale tra i due sessi, che impone alle società e alle aziende di certificare che lo stipendio di uomini e donne sia uguale a parità di mansioni lavorative. Ai tempi dell’entrata in vigore della legge, il governo di Reykjavik si era posto l’obiettivo di eliminare il “gender pay gap” entro il 2022. Risultato purtroppo non raggiunto.

Sembrerebbe infatti che in alcune professioni il divario di retribuzione tra uomini e donne sia ancora al 21 per cento, e più di una donna su tre abbia subito violenze di genere nella propria vita.

Partendo da questi assunti alcune associazioni di donne hanno indetto uno sciopero generale per l’uguaglianza di genere. Proclamata per l’intera giornata di martedì 24 ottobre 2023, la protesta pacifica tutta al femminile ha visto l’adesione della premier Katrin Jakobsdottir e di alcune ministre del suo governo, si segnalano quelle della Giustizia e della Cultura, che in una recente intervista aveva dichiarato: “Non lavorerò quel giorno, come spero facciano anche tutte le donne qui presenti”. In quell’occasione aveva sottolineato come, nonostante siano la priorità del suo governo, non risultino raggiunti gli obiettivi di piena uguaglianza di genere, cosa “inaccettabile nel 2023”.

Drífa Snædal, una delle organizzatrici ha riferito al quotidiano britannico The Guardian che “la violenza contro le donne e il lavoro sottopagato sono due facce della stessa medaglia e hanno effetto l’una sull’altra”.

Vanessa Pompili