Inps, si attende la nomina del nuovo commissario

Nataliya Bolboka
30/05/2023
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Domani, 31 maggio, scade il termine per le nomine della nuova governance dell’Inps. È quanto stabilito dal decreto legge che ha deciso il commissariamento di Inps e Inail. Il dl, infatti, prevede il decadimento di presidenti e organi amministrativi. I nuovi commissari avranno quindi 90 giorni per apportare le modifiche previste dal decreto.  

Tra i tanti nomi fatti, per l’Inps i più papabili sarebbero due, quello di Alberto Brambilla e Maurizio Castro. Proposto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Brambilla è esperto previdenzialista con pregressi politici nel centrodestra, ex sottosegretario al ministero del Welfare con delega alla Previdenza sociale, è stato consigliere economico alla Presidenza del Consiglio dei ministri dal 2018 al 2020.

Sembrerebbe però Maurizio Castro il favorito. Nominato da Fratelli d’Italia è ampiamente sostenuto anche all’interno della Lega. Manager ed ex senatore, Castro è stato direttore generale dell’Inail dal 2004 al 2007.

Nel frattempo, comunque, si è conclusa l’era di Pasquale Tridico che, nominato dal Movimento 5 Stelle, ha guidato l’ente previdenziale italiano negli ultimi quattro anni e non ha mancato di criticare il commissariamento dell’Inps. “Non lo so perché mi sostituiscono, va chiesto al Governo. Stride con i risultati, è una decisione certamente politica. Io sono stato nominato da un governo politico, il Governo Conte 1, ma alla scadenza del mio predecessore e non con un commissariamento”, ha dichiarato pochi giorni fa ospite di Tagadà su La7.

La realtà, però, è che questo tipo di riorganizzazioni è tutt’altro che nuova nelle pratiche di governo. Lo stesso Tridico nell’ottobre 2019 aveva preteso il cambio del vicepresidente e promosso lo spoils system di tutto il Cda, già formalizzato e a composizione Lega-5Stelle, facendolo sostituire dal Governo Conte 2 con uno a composizione Pd-5Stelle.

Intanto in seguito ai conguagli dell’Inps, 512mila famiglie vedranno aumentare l’importo dell’assegno unico in media di 270 euro. Di contro però saranno 378mila le famiglie, principalmente monogenitoriali, che dovranno restituire importi erogati per errore. Un totale di 15 milioni di euro che corrispondono in media a circa 40 euro a famiglia.

Stesso discorso per le pensioni di reversibilità del 2020. A tre anni di distanza, infatti, l’Inps verificherà che la somma dei redditi percepita nel 2019 e 2020 non superi le soglie previste nel periodo, in caso contrario i pensionati dovranno restituire all’Inps gli importanti ricevuti. Insomma il nuovo commissario Inps si troverà con una bella gatta da pelare.

Nataliya Bolboka