La Camera dei Deputati ha dato il via libera il 26 luglio alla discussione in Senato del disegno di legge sulla maternità surrogata da trattare come reato universale. Con 166 voti a favore, 109 contrari e 4 astenuti verrà rivista a breve la precedente legge del 19 febbraio 2004.
La proposta è stata presentata alla Camera lo scorso 13 febbraio da 17 deputati, i quali chiedono di rivedere la già presente norma aggiungendo al comma 6 dell’articolo 12 che le pene stabilite dal presente comma si applichino anche se il fatto è commesso all’estero, rendendo la gestazione per altri reato universale.
Già con la legge del 2004 si è penalizzato chi, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti, embrioni o la surrogazione di maternità con la reclusione da tre mesi a due anni e con multa da 600mila a un milione di euro. La norma specifica, inoltre, che tale divieto vale esclusivamente all’interno dei confini nazionali, non dunque al di fuori di essi, come invece accadrà qualora venga approvato il disegno di legge.
Tra le motivazioni espresse pochi giorni fa alla Camera figura l’idea che legalizzare la gestazione per altri significherebbe commercializzare il corpo femminile, dando vita ad un “turismo” già presente in alcuni Paesi quali Usa e India, in cui però l’oggetto di acquisto è un essere umano. Nella proposta si legge che tale “business”, in India ad esempio, vale oltre due miliardi di dollari l’anno. In questo Paese le “volontarie” vengono reclutate nelle zone più povere diventando schiave di una crescente domanda proveniente dall’estero, incentivata dai prezzi bassi: 25mila/30mila dollari rispetto ai 50mila che si spendono negli Stati Uniti.
Quanto espresso dai deputati è, comunque, solo un lato della medaglia, in quanto nei Paesi meno sviluppati si è ovviamente più propensi a cercare metodi di sostentamento, anche se a volte deplorevoli per la stessa persona; basta pensare alla tratta di esseri umani che riguarda braccianti e prostitute, che si trovano spesso costretti a decisioni scomode per sopravvivere. Nei Paesi più sviluppati, quali gli Stati Uniti, non vi è una legge a livello federale, dunque ogni Stato decide ed emana leggi in materia, sebbene questa pratica sia generalmente consentita. Solo tre Stati, come Nebraska, Michigan e Louisiana la vietano, alcuni non hanno leggi a riguardo, mentre altri la consentono in forma sia altruistica sia con retribuzione, oppure solo in forma altruistica.
Molti Paesi, infatti, al fine di evitare di far diventare la maternità surrogata un commercio, hanno reso questa pratica possibile solo in caso non vi siano retribuzioni in denaro (salvo le spese da sostenere durante il corso della gravidanza che saranno a carico degli aspiranti genitori). Non vi è dunque una posizione univoca da prendere in questa situazione, poiché si potrebbe eventualmente acconsentire a tale pratica ponendo alcuni divieti come già altri Paesi hanno fatto.
Molto verosimilmente la proposta verrà approvata al Senato e diventerà legge, nel rispetto della democrazia parlamentare, sebbene questa legge entri di fatto nella vita privata dei cittadini. L’Unione europea non ha una legge a livello internazionale circa questa tematica, limitandosi a proibire il traffico e lo sfruttamento di esseri umani considerati violazione dei diritti umani. È dunque assolutamente lecito è accettabile che ogni Stato prenda democraticamente le proprie decisioni su quanto rendere possibile all’interno dei confini nazionali; quanto invece può essere oggetto di discussione e dibattito è invece quali siano le competenze dello Stato, dunque cosa sia lecito alla legge decidere univocamente per tutti i cittadini nella loro sfera privata.
FONTI
https://www.ilsole24ore.com/art/camera-primo-si-maternita-surrogata-reato-universale-AFjhA5M
http://documenti.camera.it/leg19/pdl/pdf/leg.19.pdl.camera.887.19PDL0024310.pdf
Agenzia Adnkronos | 28/04/2024
