Il punto sulle politiche abitative

Redazione
20/02/2024
Tempo di lettura: 4 minuti
Assisi

Un cambio di paradigma incentrato sulla ricerca di “soluzioni abitative”. E’ quanto emerge dalla seconda seconda del dossier di politica pubblica realizzato da HousingAnywhere, piattaforma europea di affitti a medio termine, lavoro incentrato sulla valutazione e la regolamentazione delle politiche abitative europee.

Il report mette in evidenza tre tensioni principali: la mancanza di una regolamentazione reattiva e flessibile, di un approccio olistico delle persone all’abitare e di collaborazione tra i potenziali fornitori di soluzioni. Tutte le precedenti hanno origine da uno stesso problema profondamente radicato: la carenza strutturale di offerta abitativa.

1. La necessità di un quadro politico che promuova spazi flessibili e comuni

La propensione alla mobilità internazionale della Generazione Z e l’evoluzione delle esigenze della popolazione senior (+65 anni) rendono imperativo il passaggio a un’edilizia residenziale flessibile.

Gli investitori immobiliari hanno colto questo cambiamento nella domanda, con Paesi come la Spagna che hanno sperimentato con successo lo sviluppo di nuovi concetti abitativi come il co-living, ma i politici spesso non riescono a sostenere queste nuove tipologie abitative in tutta Europa. Con l’aumento dei prezzi degli affitti nelle principali città europee a causa dello squilibrio tra la domanda crescente e la carenza di offerta, la necessità di politiche che incoraggino questi nuovi sviluppi è fondamentale. A tal fine, i responsabili politici dovrebbero riconoscere il giusto equilibrio tra incentivi e restrizioni per ottenere i tre parametri chiave (disponibilità, accessibilità e convenienza) degli alloggi in affitto.

Djordy Seelmann, Ceo di HousingAnywherecommenta: “Man mano che le esigenze e i desideri abitativi delle persone cambiano, emergono nuove tipologie abitative. Le innovazioni indotte dalla tecnologia accelerano i cambiamenti. Lo sappiamo tutti e ne parliamo tutti. Spesso, però, i cambiamenti reali non si riflettono nelle discussioni politiche. Non riuscendo ad adattarsi all’evoluzione dei bisogni della società, le politiche finiscono inavvertitamente per regolamentare una realtà obsoleta, perdendo così la loro efficacia e rilevanza primaria“.

2. Riconoscere l’interconnessione tra alloggio e stili di vita

L’alloggio è un fattore importante, capace di influenzare in modo significativo le scelte che gli individui possono compiere in relazione ai propri obiettivi di studio e lavoro. HousingAnywhere evidenzia i casi di difficoltà sperimentati dai Paesi Bassi e dalla Germania, dove la scarsità di alloggi compromette fortemente lo stile di vita di coloro che decidono di spostarsi, come monito per gli altri Paesi a porre il tema dell’alloggio al centro delle loro politiche di internazionalizzazione, se vogliono attrarre e trattenere i talenti in modo sostenibile. Un approccio olistico con obiettivi condivisi in materia di alloggi (KPI) tra aree politiche interconnesse può evitare di pensare in modo isolato.

3. Collaborare per un mercato degli affitti diversificato che soddisfi tutti i bisogni abitativi

Le politiche dovrebbero essere elaborate in modo collaborativo per promuovere la coesistenza di varie opzioni abitative, ottimizzando l’offerta per le diverse esigenze e necessità. Gli alloggi privati e pubblici in affitto, così come le case di proprietà, svolgono un ruolo complementare. Il report di HousingAnywhere evidenzia gli sforzi dell’Italia: mentre il Paese affronta le proteste studentesche contro l’aumento degli affitti, il governo mostra l’intenzione politica di espandere l’offerta di alloggi per studenti e incentiva gli investitori privati e i partenariati pubblico-privato.

Focus sull’Italia: la crisi degli alloggi per studenti

In un Paese in cui l’offerta non tiene il passo con la domanda, e gli affitti sono cresciuti più della crescita dei salari, l’Italia sta subendo importanti cambiamenti normativi in risposta alle sfide poste dagli alloggi per studenti e alle ultime proteste. Il governo mira a triplicare gli alloggi per studenti non residenti da 40.000 a oltre 100.000 entro il 2026, incentivando gli investitori privati e i partenariati pubblico-privato a contribuire all’espansione. Per far fronte alle esigenze immediate, è in atto una spinta a convertire gli edifici abbandonati in case per studenti, con un’attenzione specifica alla riqualificazione delle proprietà statali. Inoltre, il governo ha impegnato ingenti risorse, tra cui un pacchetto di investimenti da 660 milioni di euro e un programma di bonus per l’affitto ai giovani, per sostenere i privati che offrono alloggi agli studenti non residenti. Questi cambiamenti segnalano un approccio proattivo per trasformare gli alloggi per studenti, favorendo l’accessibilità e stimolando il coinvolgimento del settore privato.

HousingAnywhere sostiene una raccomandazione generale che serva da punto di partenza: Premere il pulsante di reset e spostare il paradigma dalla risoluzione dei “problemi abitativi” alla ricerca di “soluzioni abitative”. Pur riconoscendo la complessità dell’edilizia abitativa e le sue interconnesse aree politiche, un cambiamento verso un approccio più interconnesso, collaborativo e olistico alle normative sull’edilizia abitativa aprirà senza dubbio la strada a soluzioni trasformative di fronte alle sfide abitative comuni.

È possibile leggere il report completo in inglese qui.

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