Il percorso circolare del Greenway Group: agricoltura, energia, vino

Vanessa Pompili
21/03/2022
Tempo di lettura: 4 minuti

C’è chi parla di transizione ecologica, chi la progetta e pianifica e chi invece ne ha fatto già una realtà.

Con la produzione di energia da biomasse, la coltivazione e commercializzazione delle uve e di altri prodotti agricoli utilizzati per uso energetico e alimentare, il Gruppo Greenway ha anticipato i tempi rendendo concreti modelli e sistemi di economia circolare ed agricoltura verde.

“Abbiamo anticipato le linee guida del Recovery Plan, impostando un piano di sviluppo centrato su una transizione ecologica che ci sta portando alla rivoluzione verde – afferma con orgoglio il presidente Marco Tam. “Una visione cui abbiamo dato concretezza dieci anni fa e che ci ha portato a crescere e a far crescere il territorio dove operiamo”. 

Nel 2010 le famiglie Tam e Gardisan costituiscono l’azienda agricola con il fondo di investimento Credit Agricole e solo un anno dopo avviene la costruzione e messa in opera del primo impianto a biomasse da 1 MWe. Poi un’escalation di acquisizioni di terreni agricoli, società bionergetiche e nuovi centri aziendali fino ad arrivare ai giorni nostri con 700 ettari di campi coltivati, oltre 40 ettari dedicati alla viticoltura, la promozione del proprio marchio di vino “Filare Italia” e due impianti di biogas (a Bertiolo e San Daniele del Friuli), che danno energia elettrica a oltre sette mila famiglie e di ottenere concime naturale per la coltivazione della vite.

Agricoltura, energia, vino è il percorso circolare del Greenway Group che per l’estensione della superficie in coltivazione diretta e per il suo fatturato, è una delle realtà più importanti nel settore in Friuli Venezia Giulia. L’attività del gruppo guidato da Marco Tam e Gabriele Gardesan, si muove tra le province di Udine e Pordenone, riuscendo a chiudere il 2020 con un volume d’affari di 5 milioni di euro e una ricaduta sul Pil locale da oltre 2 milioni di euro.

Molto forte il legame con il territorio, quasi imprescindibile come sottolinea lo stesso Tam: “Lo sviluppo green deve essere strettamente collegato con il territorio dove viene applicato. Non siamo una realtà che opera per il territorio, ma siamo il territorio. Coinvolgendo nella nostra attività più di 30 persone, diamo nuovo respiro e nuovo volto al mondo agricolo, innovando nel rispetto della tradizione”.

Nel nome della sostenibilità, dell’innovazione unita al profondo rispetto del territorio, la transizione ecologica si concretizza in Friuli con le scelte aziendali del Greenway Group. “L’uso sostenibile e rispettoso delle risorse naturali – spiega Tam – è stato un presupposto essenziale per la gestione di un’impresa con solide radici nel territorio e attenta al futuro del nostro ecosistema. Restiamo sempre fedeli a questa esigenza, ovviamente senza perdere di vista il profitto e la redditività. Insieme ai nostri partner e collaboratori, puntiamo a costruire, con fiducia e convinzione, un avvenire che sia capace di coniugare in modo armonico l’efficienza con la cura per l’ambiente e la responsabilità sociale”. Ne è un chiaro esempio l’adozione dell’innovativo sistema di irrigazione a goccia dei vigneti, con ali interrate in sub-irrigazione gestito attraverso un’applicazione, che consente un risparmio di acqua fino al 20 per cento.

Chiara la mission aziendale: la sostenibilità declinata nel suo valore ambientale, ma anche economico. Il percorso circolare e green è evidenziato dal presidente: “I due impianti di biogas producono circa 16.500 Mw di energia elettrica all’anno che permettono di soddisfare il fabbisogno di circa 20 mila persone. Inoltre, dal processo di fermentazione per il biogas si ottiene anche il digestato – in forma solida e liquida – che è un fertilizzante inodore e ad altissimo valore agronomico: viene impiegato nella coltivazione di uve Pinot grigio, Ribolla gialla e Glera. E dalle viti ricaviamo vino che vendiamo a livello internazionale attraverso la nostra Greenfirm con il marchio di “Filare Italia””.

Vanessa Pompili