Idrogeno, gli interventi al Green & Hydrogen Forum a Milano

Giampiero Castellotti
18/04/2024
Tempo di lettura: 4 minuti
Giunti 5

Flavia Sollazzo, senior director Eu energy transition per Environmental Defense Fund, Francesco Giunti, responsabile iniziative integrate e attività regolatorie di Eni, Piero Ercoli, executive director decarbonization unit di Snam e Ksenia Balanda, direttrice generale partnership Renantis-BlueFloat Energy per l’Italia sono intervenuti al Green & Hydrogen Forum 2024 organizzato dal Sole 24 Ore a Milano, manifestazione che ha analizzato lo sviluppo della produzione di idrogeno e della sua relativa infrastruttura.

“Ci troviamo in un momento storico cruciale in cui abbiamo l’opportunità di sviluppare un’economia dell’idrogeno come soluzione energetica pulita con un grande potenziale per la decarbonizzazione dei nostri sistemi produttivi. Tenere conto delle implicazioni climatiche dell’idrogeno, come le emissioni, è importante per assicurarsi che vengano prese oggi le migliori decisioni politiche, di investimento e di distribuzione, garantendo che le risorse investite nello sviluppo del nascente mercato dell’idrogeno producano i benefici auspicati, evitando anche costosi adeguamenti futuri, per una transizione energetica realmente sostenibile per l’Italia in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione europea”. Queste le dichiarazioni di Flavia Sollazzo, senior director Eu energy transition per Environmental Defense Fund, intervenendo al Green & Hydrogen Forum 2024 organizzato dal Sole 24 Ore.

“Sulla questione dell’idrogeno Eni ha un punto di vista differenziato, infatti noi siamo produttori, distributori e consumatori. Il target europeo di arrivare a 20 milioni di tonnellate entro il 2030 per il mercato grigio è utile per buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma non bisogna esagerare, meglio un approccio più pragmatico. Infatti, dobbiamo ricordare che a fronte dei 20 milioni di tonnellate alle quali arrivare nel 2030, ora in Europa siamo a 9 tonnellate e in Italia a 600mila tonnellate. Penso che questo target vada riletto con più attenzione, anche perché occorre tenere presente il problema costi. Ora il mercato dell’idrogeno grigio ha un costo di 2 euro al chilo che potrà arrivare fino a 3 euro al chilo, siamo ancora lontani dai costi dell’idrogeno rinnovabile”. Lo ha detto Francesco Giunti, responsabile iniziative integrate e attività regolatorie di Eni, nel panel “Tutti i colori dell’idrogeno per una transizione sostenibile”.

“L’idrogeno rappresenta un pilastro fondamentale per il percorso verso la decarbonizzazione europea e le strategie per assicurare una transizione energetica che sia la più sostenibile e competitiva possibile. La Commissione europea, che ha dedicato un’intera sezione del piano REPowerEU all’idrogeno e alle sue applicazioni, si sta muovendo in tal senso e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del ‘Gas and Hydrogen Package’, la riforma dei mercati del gas e dell’idrogeno, lo dimostra: stabilire norme comuni per il trasporto, l’approvvigionamento e lo stoccaggio di idrogeno e l’organizzazione e il funzionamento del settore, permette di affrontare questa transizione in modo corale e sinergico”. Lo ha detto Piero Ercoli, executive director decarbonization unit di Snam, nel suo intervento su “Idrogeno tra innovazione e concretezza: la visione di Snam”.

Con una capacità di eolico galleggiante installata in Italia di 5,5 Gw entro il 2032 da Renantis Blue Energy è possibile produrre idrogeno per “alimentare l’ex-Ilva”. Lo ha affermato Ksenia Balanda, Direttrice Generale partnership Renantis-BlueFloat Energy per l’Italia, durante il suo intervento al Green & Hydrogen Forum 2024. Secondo Balanda “senza l’eolico offshore gli obiettivi Ue sull’idrogeno verde, pari a 6 Gw di elettrolizzatori entro l’anno e 40 Gw entro il 2030 sarebbero più lontani e molto più faticosi da raggiungere”. L’idrogeno infatti può essere utilizzato “come fonte di energia in vari settori, tra cui la mobilità, l’industria, il riscaldamento e l’elettricità e può anche essere utilizzato come forma di stoccaggio di energia rinnovabile”. “Durante i periodi di alta produzione di energia solare o eolica – spiega Balanda – l’energia in eccesso può essere utilizzata per produrre idrogeno verde tramite l’elettrolisi dell’acqua”. Quest’ultimo “può quindi “essere immagazzinato e utilizzato quando l’energia rinnovabile non è disponibile, come ad esempio nei periodi invernali o nei periodi di fermo degli impianti, garantendo una fornitura di energia costante e affidabile”. “La nostra capacità di 5,5 Gw installata in Italia entro il 2030-2032 – conclude la manager – consentirà un risparmio di Co2 pari a 11 milioni di tonnellate l’anno, con una produzione di idrogeno verde di 400 mila tonnellate, sufficiente per far andare milioni di macchine, 30/40mila autobus o per coprire quasi la produzione annuale di un’acciaieria come l’ex-Ilva”.

Giampiero Castellotti