I 40 anni della Fondazione “Bietti” di Roma

Giampiero Castellotti
01/03/2024
Tempo di lettura: 7 minuti
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La fondazione “Bietti” compie 40 anni. La struttura inserita all’interno dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, centro di eccellenza di ricerca e cura in oftalmologia (vista), ha celebrato la ricorrenza con il convegno “Ricerca e assistenza sanitaria: quale futuro?” presso la sala del Tempio di Adriano in piazza di Pietra a Roma.

Nata da una sfida tenace e visionaria, la fondazione “Bietti” è guidata ancor oggi dal suo ideatore e presidente, professor Mario Stirpe, pioniere della legge che ha permesso il trapianto di cornea in Italia. La struttura è l’unico Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) esclusivamente dedicato all’oftalmologia in Italia.

Il convegno è stato aperto dallo stesso professor Stirpe che ha ringraziato quanti – in questi quattro decenni – hanno contribuito al successo dell’Istituto. Tra gli altri, ha ricordato gli ex ministri Franco Marini, Girolamo Sirchia, Ferruccio Fazio e Beatrice Lorenzin ed ha avuto parole di elogio per l’ex governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini e l’ex assessore alla Sanità, Alessio D’Amato (entrambi presenti in sala).

Polverini Amato
Alessio D’Amato e Renata Polverini

Stirpe ha ringraziato anche quanti lo hanno osteggiato nella sua impresa “perché hanno generato in me una reazione puntigliosa”. Ha quindi delineato un quadro poco esaltante della sanità attuale, in quanto “si va sempre più verso la disumanizzazione” e “l’ammalato è secondo ai problemi economici”.

Il professore ha anche raccontato la sua “avventura”, una sorta di sogno realizzato: “Nel 1984 varai la Fondazione, che d’accordo con il mio amico e collega professor Bucci, ho dedicato alla memoria del nostro grande maestro Bietti. Gli scopi iniziali della Fondazione consistevano nella preparazione dei giovani medici oculisti in modo che potessero essere avviati verso le strutture pubbliche e nell’intercettare i fondi per finanziare la ricerca di giovani medici di talento in procinto di lasciare il Paese. Verso la fine degli anni Novanta iniziai a coltivare l’idea della costituzione di un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico che potesse dare ai giovani, seriamente dedicati alla materia, le stesse opportunità che avevo avuto io durante la mia esperienza professionale negli Stati Uniti negli anni Settanta, dove la sensibilità verso le Fondazioni scientifiche era già diffusa, anche per quanto riguarda le istituzioni pubbliche. A partire da febbraio 2005, la Fondazione Bietti divenne, così, Irccs: oggi la ricerca che conduciamo è di tipo traslazionale, infatti la Fondazione è organizzata secondo linee di ricerca super specializzate: retina medica, retina chirurgica, glaucoma, segmento anteriore e trapianti, tumori, neuroftalmologia”.

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Il professor Stirpe ha concluso il suo intervento con un messaggio ai giovani: “Portate con voi la nostra storia, un modello che conferma come anche le cose più difficili si possono realizzare”.

A seguire, dopo il videosaluto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, l’intervento del “padrone di casa” Pietro Abate, segretario della Camera di commercio di Roma e di Luisa Regimenti, assessore della Regione Lazio, la quale tra l’altro ha ricordato l’operazione compiuta dal professor Franco Arrigoni al Nuovo Ospedale del Castelli di Ariccia (Roma) che ha restituito la vista ad una donna cieca da cinque anni e ha raccontato la visita compiuta lo scorso anno alla “Bietti”, ha preso la parola Alexander Brucker, editore di una delle principali riviste scientifiche internazionali del settore oculistico.

Brucker

“Il ruolo della ricerca scientifica nel progetto del Paese e dell’Europa: una visione istituzionale e costituzionale” è il tema affrontato dal giurista e già giudice della Corte costituzionale Sabino Cassese.

“Questo tema evoca il rapporto tra ricerca scientifica e istituzioni e riapre una più vasta problematica, quella del rapporto tra sapere e potere, quindi dell’influenza della scienza sulla politica e, viceversa, della politica sulla scienza – ha detto il giurista.

“La ricerca nel campo sanitario – ha continuato Cassese – è in funzione del Servizio sanitario nazionale per raggiungere gli obiettivi fissati dal ministero della Salute. Vi è quindi una relazione stretta tra ricerca scientifica e diritto alla salute come è dimostrato dagli aspetti organizzativi e funzionali dell’assetto della sanità. L’assetto dato alla materia vent’anni fa si è rivelato soddisfacente, ma questo non vuol dire che non vi siano problemi aperti”.

Savona

“Sostenibilità della ricerca scientifica e dell’assistenza: una sfida per i nuovi modelli economici”. Questo l’argomento affrontato dal professor Paolo Savona, professore emerito di politica economica e presidente della Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa. Il professore sardo, che è stato anche ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato dal 29 aprile 1993 al 19 aprile 1994 e ministro per gli Affari europei dal 1º giugno 2018 all’8 marzo 2019, ha messo in relazione la durata media della vita in Italia, con le spese sanitarie e di ricerca nel settore come variabili sono tra loro in stretta correlazione: “Andando alla radice delle crescenti insoddisfazioni sul Servizio sanitario nazionale, possiamo individuare tre categorie: tempi di attesa delle prestazioni, soprattutto per le innovazioni diagnostiche e di cura; frammentazione delle prestazioni nel territorio, che causano una distribuzione iniqua delle risorse; disparità di trattamento a livello europeo. Possiamo dunque pervenire alla conclusione che la soluzione passa dalle scelte degli organi della democrazia, sotto vincolo delle risorse disponibili. Per le spese di ricerca in materia va sottolineata l’eterogeneità dei fini e la necessità di una maggiore loro finalizzazione alla soluzione delle insoddisfazioni indicate e individuando nelle Irccs il modello, anche economico, più adatto da seguire, unitamente alle tecniche che vanno sotto il nome di ‘telemedicina'”.

Letta

“È doveroso festeggiare i 40 anni della fondazione ‘Bietti’ e, con essa, l’opera del professor Mario Stirpe, che ha saputo conciliare il rigore scientifico e la passione per la ricerca con l’attenzione umana ai pazienti. L’introduzione nel nostro Paese di strumenti diagnostici e terapie d’avanguardia per la cura della vista rappresenta un’eccellenza, e merito del professor Stirpe, che non ha mai rinunciato all’idea di una sanità inclusiva e per tutti. Se ne avverte particolarmente il valore in un tempo di crisi del Sistema sanitario nazionale e di crescita della cosiddetta ‘povertà sanitaria’, con milioni di nostri connazionali costretti a rimandare le cure o a indebitarsi per la propria salute – ha commentato il professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, tra i relatori del convegno con il tema “Universalità delle cure e inclusione: una meta raggiungibile”. 

Quarant’anni, dunque, quelli della Fondazione “Bietti”. Quattro decenni di impegno verso la comunità scientifica e i cittadini. Un anniversario che coincide con l’accreditamento dell’Irccs con il Servizio sanitario nazionale e la Regione Lazio, l’apertura delle nuove sale operatorie e il pieno impiego di un’intera ala dell’ospedale Britannico di Roma, sede attuale della Fondazione “Bietti”, ristrutturata, equipaggiata da tecnologie avveniristiche, con laboratori di ricerca, ambulatori e sale operatorie all’interno della medesima struttura.

Fondazione Bietti 1
Laboratori della Fondazione “Bietti”

La coesistenza di laboratori di ricerca, ambulatori e sale operatorie all’interno della medesima struttura realizza il connubio tra ricerca e cura, rappresentato da oltre mille pubblicazioni scientifiche, trials internazionale e i risultati di un anno di convenzione con la Regione Lazio che ha ampliato l’accesso alla salute visiva dei cittadini del Lazio grazie a: 72.400 prestazioni ambulatoriali oculistiche e di diagnostica strumentale avanzata; oltre 3.800 interventi chirurgici, incluse centinaia di procedure di alta complessità; 400 prestazioni di chirurgia della retina e 350 tra impianti drenanti del glaucoma e trapianti di cornea lamellari e a tutto spessore; 1.700 iniezioni intravitreali per la cura delle maculopatie e oltre 1.340 interventi di chirurgia della cataratta.

Numeri importanti, raggiunti anche grazie al sostegno di lungo corso della Fondazione Roma alla ricerca e alle cure oftalmologiche dell’Irccs Fondazione “Bietti”.

Inoltre, le prestazioni assistenziali dell’Irccs “Bietti” si vanno a sommare alla “prolifica attività di ricerca scientifica che ha portato nel 2023 – come sottolinea il direttore scientifico, la dottoressa Monica Varano – a 124 pubblicazioni internazionali, alla partecipazione a circa 50 trials clinici internazionali, nonché alla vittoria di alcuni importanti progetti di finanziamento competitivo, alla presentazione di quattro progetti per il secondo bando PNRR Salute 2023, all’organizzazione di corsi di formazione ECM e alla partecipazione dei ricercatori della fondazione in qualità di relatori a importanti convegni internazionali, come Argo negli Usa ed Euretina ad Amsterdam”.

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Fausto Bertinotti, presente al convegno

Giampiero Castellotti