Granchio blu: i pericoli che nasconde il crostaceo alieno

Vanessa Pompili
22/09/2023
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Pesca

Sono oltre 900 i chilogrammi di Granchio blu congelato di origine tunisina con etichettatura errata. A seguito di un’operazione eseguita dall’Ispettorato centrale Qualità e Repressione frodi della Lombardia in coordinamento con Icqrf Italia Centrale, attraverso un’indagine nella sede lombarda di una società specializzata nell’importazione di prodotti ittici, è infatti emerso che il prodotto era realmente Granchio blu, come indicato, sebbene poi nella lista degli ingredienti riportasse esclusivamente mazzancolle. Successivamente gli ispettori di Icqrf Italia Centrale hanno posto il prodotto sotto sequestro presso un operatore del Lazio, acquirente e distributore della merce irregolare.

“Dopo aver ricevuto una segnalazione abbiamo informato il nostro Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, che si è attivato immediatamente riuscendo a garantire questo risultato in pochi giorni”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Ma non è solo un problema di etichettatura. Il Granchio blu è un pericolo per la pesca italiana, con danni riscontrati che si avvicinano ai 100 milioni di euro. A rischio le coltivazioni di molluschi bivalvi presenti principalmente nella zona veneta del Delta del Po. In una nota dell’Adnkronos, che ha raccolto le stime di un’organizzazione settoriale, si parla di previsioni funeree per il futuro della pesca italiana: fino a un miliardo di euro in tre anni.

Il granchio blu o granchio reale blu è una specie aliena per il Mar Mediterraneo. Originario delle coste Atlantiche dell’America, oggi è massivamente presente tra le coste del Mare nostrum, in particolare in Adriatico non lontano dalle lagune ed estuari. Le prime segnalazioni in Mediterraneo risalgono al 1949 ma è da circa una decina di anni che il granchio blu ha cominciato a svilupparsi e diffondersi nelle nostre coste.

La sua pericolosità deriva dal fatto di essere una specie senza predatori che può sconvolgere l’ecosistema, mettendo in pericolo l’attività della piccola pesca costiera, e soprattutto rappresentando una minaccia per la biodiversità marina.

Vanessa Pompili