Gambero Rosso presenta la Guida Vini d’Italia 2024

Vanessa Pompili
16/10/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
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Da 37 anni “Vini d’Italia” è la guida dei vini del Gambero Rosso. La nuova edizione, presentata al teatro Brancaccio di Roma con una grafica rinnovata, offre una panoramica sul mondo del vino spaziando dalle piccole aziende ai grandi marchi di rinomanza internazionale, dai piccoli artigiani della vigna e della cantina alle grandi cooperative.

Il livello medio della produzione vinicola italiana è in crescita in tutte le regioni del paese. Secondo le degustazioni finali di Vini d’Italia, che hanno coinvolto 2300 vini, ben 498 vini sono stati premiati con i Tre Bicchieri. Inoltre, oltre 1800 vini si sono classificati a pochissima distanza dai premiati.

Inoltre, ci sono i Tre Bicchieri Verdi, che vengono assegnati alle aziende certificate biologiche o biodinamiche. Questi vini rappresentano il 35 per cento del totale dei Tre Bicchieri e sono 174. Questa percentuale era impensabile fino a pochi anni fa.

“Non bisogna aver paura del progresso – ha dichiarato il presidente del Cnel Renato Brunetta, intervenuto durante l’evento al Brancaccio. “In Inghilterra, nei primi decenni dell’800 i luddisti si aggiravano per le campagne per distruggere i telai meccanici, temendo che quelli distruggessero il loro lavoro. Ma sappiamo tutti come finì: ci furono tre rivoluzioni industriali, aumentò la produzione, il benessere e anche l’occupazione. Oggi anche il vino sta vivendo la sua rivoluzione. Di fronte ai cambiamenti climatici è sempre più difficile avere l’anno, che io definisco, della sincronizzazione, ovvero quello in cui va tutto bene. Quindi, la viticoltura è destinata a soccombere? No, perché l’uomo guarda al progresso. Da qui l’importanza che la transizione digitale potrà avere nei prossimi anni per costruire nuove annate straordinarie. Unica condizione – ha concluso l’ex ministro e produttore di vino – mischiare l’intelligenza artificiale a quella umana”.

Concorde con Brunetta Silvia Puca, matematica e project manager Eumetsat Hydrology Saf per la Protezione Civile che ha parlato degli effetti dei cambiamenti climatici sulla viticoltura: “Al momento – ha spiegato – i modelli previsionali rilevano come ci siano le condizioni per una probabile siccità. Ed eventuali piogge nel breve termine senz’altro non basteranno a recuperare questa anomalia”.

Riportiamo i premiati per categoria:

Il Rosso dell’Anno va a una sontuosa edizione del Barolo Vignarionda Ester Canale Rosso ’19 di Davide Rosso. Un vino di spettacolare ricchezza alla quale riesce ad abbinare una straordinaria armonia, ennesima conferma della Langa come uno dei grandissimi terroir dell’enologia mondiale.

Il Bianco dell’Anno viene dal Friuli: è il Collio Chardonnay Riserva 2018 di Marko Primosic, che ci dimostra ancora una volta come i bianchi italiani possano essere affascinanti e longevi.

Le Bollicine dell’Anno rimangono appannaggio della Lombardia con l’eccellente Franciacorta Nature 2016 della Gatti, maison storica della denominazione.

Il Rosato dell’Anno è il Cerasuolo d’Abruzzo Tauma ’22 di Pettinella. Un rosato dal tratto artigianale, verace, davvero identitario.

Il Vino da Meditazione dell’Anno è un Marsala Vergine Riserva 2011 della Florio. Un meritato contributo al rilancio di questa storica prestigiosa denominazione.

La Cantina Emergente è Tenuta Ceri di Carmignano, che debutta in Guida con una affascinante versione di Carmignano, la Riserva Arrendevole ’20.

La Vignaiola dell’Anno è Marinella Camerani di Corte Sant’Alda. Una vita spesa tra le vigne, in armonia con la natura.

Il Premio per il Progetto Solidale va all’azienda Velenosi, perché Angela porta avanti da alcuni anni un’iniziativa virtuosa che sta dando un concreto aiuto ad un gruppo di ragazzi autistici.

Il Premio per la Vitivinicoltura Sostenibile va a un’azienda umbra, Terre Margaritelli di Torgiano, esempio di viticoltura di qualità rispettosa dell’ambiente e dei valori sociali.

Il Miglior Rapporto Quatità Prezzo quest’anno è rappresentato dal Mandrolisai Rosso Fradiles ’21 della Fradiles di Atzara, che riesce ad offrirci un rosso memorabile, da vecchie vigne ad alberello con rese bassissime ad un prezzo più che accessibile.

Il Premio Speciale per la Cooperativa dell’Anno torna in Alto Adige e va alla Cantina Tramin, che da anni interpreta il territorio in maniera magistrale.

Il Premio di Cantina dell’Anno per questa edizione va alla Umani Ronchi di Osimo. L’azienda della famiglia Bernetti veleggia da anni a livelli di eccellenza; la serie di etichette degustate quest’anno oltre ad essere perfettamente rappresentativa dei terroir in cui opera, ha dimostrato ancora una volta il valore dell’azienda.

Vanessa Pompili