Formazione e sostenibilità 4.0

Giampiero Castellotti
24/04/2024
Tempo di lettura: 4 minuti
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Si è tenuto, promosso dal Sole 24 Ore, l’evento Luxury Summit 2024, appuntamento del quotidiano economico di Confindustria con il settore del lusso realizzato in collaborazione con HTSI dal titolo “Formazione e sostenibilità 4.0”.

Fra i tanti relatori, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana ha sostenuto che “i consumatori del lusso aumenteranno” e “c’è bisogno di lavoro”. Basilare, però, per il relatore che occorra pagare di più i giovani, lavorando sul cuneo fiscale. “E’ un momento difficile ma le nostre previsioni ci dicono che i consumatori del lusso sono destinati ad aumentare”, in Italia e nel mondo. “Il timore di molte aziende è la scarsità della produzione – ha aggiunto Capasa al Luxury Summit, sottolineando che “nel medio termine ci sarà bisogno di lavoro”, quindi, bisogna “attrarre i giovani”. Per far questo, bisogna agire sull’innovazione, sulla formazione ma soprattutto “offrire loro qualcosa di più”. Secondo Capasa, “in Italia dobbiamo pagare di più i giovani lavoratori senza però aumentare il costo del lavoro. Quindi bisogna lavorare sul cuneo fiscale. Si può fare, in Germania lo fanno – e ha sottolineato anche la necessità di “lavorare meglio sulla collaborazione tra pubblico e privato”, oltre che “migliorare l’istruzione nelle scuole, collegandole alle aziende”. Ma soprattutto, ha ribadito Capasa, “paghiamo di più i giovani”.

Anche Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, nel corso del Luxury Summit, ha sottolineato che “la filiera del tessile e moda deve diventare un po’ più ‘sexy‘ per le nuove generazioni altrimenti ci ritroviamo, non solo un paese, ma anche una filiera di vecchi”. Il tema è abbastanza complicato e non bastano le imprese e i sindacati. Se il governo non gioca la partita, si corre il rischio di perdere dei pezzi in modo significativo – ha aggiunto Tamborini. Il rischio è che “qualcun altro, che ha il lusso ma non ha la manifattura, venga a prendere dei pezzi interi o, peggio, imiti quello che abbiamo e tenti di costruirlo nel proprio paese”. Il presidente di Sistema Moda Italia ha evidenziato, poi, l’importanza della valorizzazione delle persone e della remunerazione. “Il tema della corretta remunerazione sta dentro le persone ma anche dentro le organizzazioni. Lo diciamo da anni che è necessaria una ripartizione diversa della marginalità nella filiera”.

Per Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato di Tod’s, sempre nel corso del Luxury Summit organizzato dal Sole 24 Ore, ha sostenuto che “serve creare e sostenere gli artigiani”. Nel dettaglio ha detto che “l’artigianato va assolutamente supportato”, perché “la qualità del Made in Italy, che vogliamo divulgare nel mondo, passa attraverso l’artigianato”. “Vedo un grande interesse, anche a livello governativo, verso il sostegno all’artigianato e ai giovani – ha aggiunto Della Valle, sottolineando che “oggi l’artigiano è merce rara. Possiamo aprire negozi in tutto il mondo, ma poi nelle fabbriche dobbiamo metterci le persone”. Secondo il patron di Tod’s “c’è un altro aspetto da non sottovalutare: credo che non si possa pensare di essere ambasciatori del Made in Italy se poi le persone che lavorano nelle nostre aziende non hanno una qualità della vita accettabile e condizioni lavorative adeguate. Su questo fronte noi siamo in prima fila”. Della Valle ha anche ricordato il progetto con la Regione Marche e gli istituti tecnici per attrarre i giovani e farli diventare “maestri artigiani”.

Per De Matteis (Pitti), ceo di Kiton e presidente di Pitti Immaginele fiere in Italia andranno ancora molto bene. “Made in Italy è un plus. Finalmente anche per la politica”. E ha affermato: “Sono fortemente convinto che le fiere in Italia continueranno ad andare molto bene. Oggi si parla tanto di Made in Italy e sicuramente è un grandissimo plus – e ha aggiunto che “finalmente se ne è accorta anche la politica”. Ma, “dopo tante celebrazioni del Made in Italy, adesso vogliamo vedere qualcosa di concreto e più proattivo”. Intervenendo al Luxury Summit del Sole 24 Ore, De Matteis ha spiegato che “non c’è un momento migliore per le medie e piccole aziende di farsi conoscere se non durante una fiera, in quanto, non tutti hanno la possibilità di andare in giro per il mondo e fare delle sfilate”. Ad esempio una fiera come Pitti “consente di far conoscere il proprio prodotto a 15mila buyer mondiali, mediamente di altissimo livello”.

Giampiero Castellotti