Fmi, nel 2024 prevista una crescita dello 0,7 per cento per l’Italia

Nataliya Bolboka
01/02/2024
Tempo di lettura: 3 minuti
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Per il 2024 il Fondo monetario internazionale prevede una crescita dello 0,7 per cento per l’Italia, confermando le stime dello scorso ottobre. Per il 2025, invece, prevede un Pil del 1,1 per cento, con un rialzo dello 0,1 per cento rispetto alle previsioni di ottobre.

Nonostante i dati modesti, per il nostro Paese le previsioni si confermano più positive rispetto ad altri paesi europei. In Germania si stima un taglio del Pil di 0,4 punti, che si traduce in una crescita dello 0,5 per cento per il 2024 e dell’1,6 per cento nel 2025.

Poco meglio per la Francia, dove si prevede un meno 0,3 per cento rispetto alle stime iniziali, pari a un Pil del più 1 per cento nel 2024, e un meno 0,1 per cento, pari a un Pil del più 1,7 per cento nel 2025.

Le revisioni del Fmi, esposte nel World economic outlook, impattano su tutta l’Eurozona. Dopo un 2023 abbastanza deludente che si è fermato a una crescita dello 0,5 per cento, per il 2024 le nuove previsioni hanno ritoccato le stime al ribasso di 0,3 punti, con una crescita pari allo 0,9 per cento. Per il prossimo anno, invece, sperando in un dato più positivo, si prevede una crescita dell’1,7 per cento (meno 0,1 per cento rispetto alle stime di ottobre).

Più positiva la crescita globale, che nel 2024 si attesterà al 3,1 per cento, in aumento di 0,2 punti rispetto alle valutazioni di ottobre, mentre per il 2025 sarà del 3,2 per cento. In base a quanto spiegato dal Fondo monetario internazionale, le stime al rialzo sono il frutto di un andamento dell’economia migliore del previsto negli Usa e in altri stati emergenti e in via sviluppo, nonché delle misure di sostegno fiscale stabilite dalla Cina.

Nonostante i dati  positivi, però, l’Fmi ha sottolineato che le stime per il biennio 2024/2025 sono inferiori rispetto alla media storica registrata dal 2000 al 2019, pari al 3,8 per cento. Sull’economia, infatti, continuano a gravare gli elevati tassi d’interesse operati delle banche centrali per combattere l’inflazione, cui si aggiungono l’eliminazione delle misure di sostegno di bilancio e la bassa crescita della produttività di fondo.

Per quanto concerne l’inflazione, pur restando elevata, nel 2024 il Fondo stima un dato complessivo e core annuo medio inferiore rispetto al 2023 nell’80 per cento delle economie mondiali. L’inflazione globale, infatti, dovrebbe scendere al 5,8 per cento quest’anno, contro il 6,8 per cento del 2023, mentre nel 2025 dovrebbe attestarsi sul 4,4 per cento.

A registrare il dato migliore saranno le economie avanzate, che nel 2024 dovrebbero avvicinarsi al target fissato dalle banche centrali, registrando un’inflazione del 2,6 per cento. Più difficile la situazione dei mercati emergenti e in via di sviluppo, dove le stime prevedono un dato dell’8,1 per cento, pari a solo uno 0,3 per cento in meno rispetto al 2023.

Nataliya Bolboka