Expo, la sconfitta di Roma

Domenico Mamone
29/11/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
Image 12

Roma è dunque fuori dall’Expo 2030, per la quale era candidata. L’evento si terrà invece a Riad, in Arabia Saudita. La sconfitta della nostra capitale brucia perché ha ottenuto solo 17 voti rispetto ai 119 della città saudita (su 165 votanti). L’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del comitato promotore, parla di “deriva mercantile”: alcuni Paesi arabi stanno facendo il pieno di queste manifestazioni internazionali: del resto, tenendo in considerazione le sole cifre ufficiali, se Roma ha speso 30 milioni per la campagna di promozione, Riad ne ha spesi ben 190. E se Riad aveva Cristiano Ronaldo come testimonial, noi abbiamo avuto Sabrina Impacciatore.

Quello di Roma “era un bellissimo progetto, ma la vittoria di Riad è stata schiacciante – ha detto il sindaco Gualtieri.

Sono tante le letture severe che sottolineano come di Roma, a livello internazionale, si evidenzino troppo spesso le tante piaghe, dalla sporcizia al malaffare, e come l’Italia registri un’irrilevanza che non merita. “Roma deve crescere, deve misurarsi di più sul futuro, l’innovazione, le nuove tecnologie, la ricerca. Dobbiamo recuperare una immagine vincente – è il commento di Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio e a lungo europarlamentare.

“L’Arabia Saudita ha esercitato una pressione di natura commerciale fortissima, al di là delle previsioni. Così come l’Europa è stata assente come continente. Aveva dato un endorsement esplicito alla candidatura di Roma ma in realtà, visti i voti che abbiamo preso, è evidente che neanche l’Europa è stata compatta nel voto alla nostra candidatura- commenta il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, a Parigi per la votazione.

A Roma mancano da tempo soprattutto amministrazioni in grado di osare. Le uniche tre opere degne di nota realizzate negli ultimi decenni sono l’Auditorium, il Maxi e la Nuvola. Per il resto la città è statica, vive della rendita garantita dall’immenso patrimonio storico, ma non ne sa sfruttare appieno tutte le potenzialità. Molti eventi si accompagnano spesso alla disorganizzazione e allo spreco. Il ruolo dei “palazzinari” è ancora rilevante, le periferie sono assalite da nuovo cemento, ma “il brutto” s’impossessa anche dei quartieri centrali, dal commercio all’edilizia. I ritardi nei servizi sono evidenti, dalla mobilità alla raccolta dei rifiuti. Davvero, in questo stato, la città può ambire ad organizzare un manifestazione di respiro internazionale come l’Expo? 

Domenico Mamone