Elettronica, sono pochi gli ingegneri

Giampiero Castellotti
20/07/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
Soldering G42b92be6f 1280

I dati raccolti dalla Società Italiana di Elettronica (SIE) parlano chiaro: la crisi dei chip non è soltanto dovuta alla carenza delle materie prime ma, in Italia, anche e soprattutto alla carenza di ingegneri elettronici.

Nell’anno accademico 2021-22 gli iscritti ai corsi di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica in Italia erano meno di quattromila e il numero di neolaureati magistrali in Ingegneria Elettronica disponibile per il mercato del lavoro italiano è significativamente inferiore alle mille unità all’anno. Eppure, basta fare una semplice ricerca sui portali di offerte di lavoro come Linkedin o Jobbydoo per scoprire che al momento ci sono oltre 2.300 posizioni aperte per ingegneri elettronici, ben al di sopra di tutte le altre specializzazioni dell’ingegneria che oggi sostengono la rivoluzione digitale. In sostanza, le offerte di lavoro per gli ingegneri elettronici sono oltre il doppio rispetto ai laureati, proporzione che arriva addirittura a invertirsi per altre specializzazioni dello stesso ambito.

Tuttavia, si rileva un divario ancora più accentuato se si guarda alla disparità della presenza femminile e maschile tra i laureati in ingegneria elettronica: le donne, infatti, sono solo il 15% del totale. Questa disparità però non si verifica solo per l’ingegneria elettronica, ma in tutte le materie che cadono sotto la definizione di discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

Dati confermati anche da un’indagine condotta da Almalaurea sul Profilo dei laureati, con un focus sul Gender Gap, in cui è emerso che in particolare tra i gruppi di Informatica e tecnologie ICT e in quello di Ingegneria industriale e dell’informazione, la componente maschile è nettamente più elevata (59,1%) rispetto a quella femminile (40,9%).

Alla luce di questi numeri, SIE ha lanciato una campagna di comunicazione e informazione rivolta a scuole e famiglie per aumentare il numero degli immatricolati ai corsi di laurea in Ingegneria Elettronica, soprattutto tra le ragazze. “Per raggiungere l’obiettivo lavoreremo anche in stretta sinergia con le aziende che operano in Italia e che sono alla ricerca di ingegnere e ingegneri elettronici, per rafforzare in tutto il Paese la diffusione di una corretta informazione in merito a queste importantissime figure professionali, decisive per il futuro dell’Italia e dell’Europa” ha affermato Ernesto Limiti, Presidente della SIE e Ordinario di Elettronica all’Università di Roma Tor Vergata.

La SIE ha poi approfondito l’argomento e ha condotto una ulteriore indagine intervistando 250 laureate in Corsi di Laurea Triennali (60% del campione) e Laurea Magistrale (40%) in Ingegneria Elettronica provenienti da 18 differenti Atenei italiani. È emerso che la stragrande maggioranza delle ragazze intervistate aveva già a scuola un forte interesse per materie quali la matematica e la fisica, principalmente con un orientamento rivolto all’applicazione pratica delle discipline. Le ragazze iscritte alla facoltà di ingegneria elettronica provengono per i due terzi dal Liceo Scientifico, ma anche da studi classici o tecnici e il 70% di loro ha avuto un rendimento scolastico tra ottimo ed eccellente.

E per continuare a volgere lo sguardo ai dati, il 93% delle iscritte a ingegneria elettronica intervistate si dichiara soddisfatta della scelta. Eppure, oltre un terzo di loro afferma di aver subito pressioni, da parte di familiari e conoscenti, affinché desistesse. Difficolta degli studi, contesti lavorativi maschilisti, competenze professionali poco interessanti e, addirittura, per quasi il 40% delle ragazze dubbi circa le capacità personali, le argomentazioni più sostenute per dissuaderle dall’intraprendere il percorso di studi.

Affermazioni basate su stereotipi culturali, che non hanno alcun fondamento nella realtà e che non trovano riscontro nei numeri: le donne presenti nell’ambito STEM, infatti, sono più brave degli uomini, ottenendo un voto medio di laurea più alto (104,2 su 110, rispetto al 102,3 degli uomini) e dimostrando una migliore riuscita in termini di regolarità negli studi (tra le donne, il 57,6% ha concluso gli studi nei tempi previsti rispetto al 53,0% degli uomini). 

La ridotta rappresentanza femminile ha portato nel tempo al rafforzamento della percezione che l’ingegneria non sia un campo adatto alle donne, creando uno stereotipo culturale: le donne sono meno “inclini” ai ruoli tecnico-scientifici e più adatte ai contesti legati alle scienze della vita, dell’accudimento e della formazione. Per fronteggiare questi luoghi comuni bisogna agire sul contesto culturale in cui si è immersi, intervenendo nei percorsi scolastici, nelle esperienze pre-universitarie, ma anche nei contesti familiari, per creare una visione della crescita personale e delle possibilità di carriera che prescinda dal genere di appartenenza.

Diventare una ingegnera elettronica può essere un buon modo per sfidare gli stereotipi di genere e aprire nuove opportunità per altre donne nel campo della tecnologia. Avere una maggiore rappresentanza femminile in questo settore è importante proprio per promuovere la diversità e l’inclusione e influenzare il modus operandi a livello di ricerca e produzione. Si tratta di un campo stimolante che richiede pensiero critico, problem-solving e creatività, aiutando a sviluppare abilità di pensiero analitico e logico, preziose in molteplici contesti.

Giampiero Castellotti