Editoria trade: un mercato diviso a metà tra piccoli-medi editori e grandi gruppi

Vanessa Pompili
07/12/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
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Tiene l’editoria italiana trade, ossia le vendite di saggistica e narrativa nelle librerie fisiche, online e supermercati. Rispetto ai dati del 2022, il mercato dell’editoria rimane quindi stabile nei primi undici mesi del 2023, registrando un valore complessivo (a prezzo di copertina del venduto) di 1283,2 milioni di euro, un +0,3 per cento di spesa pari a 0,4 milioni. Gli italiani spendono di più nell’acquisto di libri ma comprano meno copie, con una differenza di 1,1 milioni di copie rispetto al 2022 (-1,3 per cento). Nel 2023 crescono i numeri di spesa e numero di copie rispetto a quelli del 2019.

Sono i dati snocciolati mercoledì 6 dicembre dall’AIE, l’Associazione italiana editori, in collaborazione con Nielsen BookScan, nel convegno “Il mercato del libro nel 2023: previsioni e confronti tra grandi e piccoli editori” che ha aperto il programma professionale di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria, a Roma, presso il centro congressi La Nuvola, presente fino a domenica 10 dicembre.

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La crescita del mercato ha toccato tutte le classi dimensionali delle imprese. Nello specifico, i 1283,2 milioni di vendite nei primi undici mesi, pari a 85,7 milioni di copie, sono così suddivisi: gli editori con un valore delle vendite a prezzo di copertina fino a 5 milioni di euro e fuori dai grandi gruppi, ovvero i piccoli, hanno venduto complessivamente libri per 352 milioni (valore a prezzo di copertina), con una crescita del 4,1 per cento rispetto l’anno precedente. I grandi gruppi editoriali (Mondadori, Gems, Feltrinelli e Giunti) hanno avuto vendite pari a 609,8 milioni di euro, in crescita dello 0,5 per cento. A restringersi è stata invece la quota dei medi editori fuori dai grandi gruppi, con vendite oltre i 5 milioni: 259,2 milioni di euro, in calo del 5,5 per cento.

“I dati che presentiamo oggi – ha commentato il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta – confermano il pluralismo che contraddistingue l’editoria italiana e che ha un valore culturale, in termini di varietà delle voci, ed economico perché le case editrici medio-piccole spesso portano avanti sperimentazioni che aprono nuovi mercati e modi di fare business e, anche per questo, vanno sostenute”.

Nei primi undici mesi, stabile anche la quota dei piccoli e medi editori, che si attesta al 50,1 per cento, valore analogo a quello dell’anno precedente (50,2 per cento) e lievemente superiore ai dati che tradizionalmente si registrano nei dodici mesi, quando per effetto delle vendite natalizie di best-seller la quota di mercato dei grandi gruppi cresce di alcuni decimi di percentuale. È comunque un mercato diviso a metà, un dato oramai attestato per l’editoria italiana.

“La stabilità delle quote di mercato – ha sottolineato il presidente del Gruppo Piccoli editori di AIE Lorenzo Armando – va di pari passo con una veloce trasformazione del business: dall’impatto delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza artificiale, alle problematiche della distribuzione, sono molti i temi su cui ci interrogheremo durante la Fiera. Sono questioni che richiedono un approccio più consapevole da parte di noi editori, ma anche un confronto aperto con le altre realtà del settore e sulle politiche pubbliche da mettere in atto”.

Per quanto riguarda invece i canali di vendita, nei primi undici mesi del 2023 recuperano quota sia le librerie fisiche, che passano dal 53,4 per cento al 54,5 per cento, che la grande distribuzione, dal 4,7 per cento al 4,9 per cento. In calo invece l’e-commerce, che dal 41,9 per cento si attesta al 40,6 per cento.

Se guardiamo invece ai generi, nei primi undici mesi del 2023 gli italiani hanno letto più romanzi di autori italiani e meno di autori stranieri rispetto all’anno precedente: mentre la narrativa italiana è infatti cresciuta del 5 per cento (valore del venduto a prezzo di copertina), quella straniera è calata del 4,7 per cento. In calo, dopo la corsa degli ultimi tre anni anni, anche il fumetto: -13,0 per cento rispetto al 2022 (ma se prendiamo come paragone il 2019 l’aumento è stato del 188,9 per cento). In lieve flessione l’editoria per bambini e ragazzi (-0,7 per cento) e la saggistica specialistica (-1,2 per cento), mentre cresce del 5,5 per cento la saggistica generalista (divulgazione e attualità) e del 6,6 per cento quella pratica, ovvero manuali non universitari e libri di self help. In ripresa anche l’editoria turistica e le guide di viaggio, +15,9 per cento, ma con valori ancora inferiori rispetto a quelli pre-Covid.

Al convegno sul mercato dell’editoria trade, moderato dalla giornalista de L’Espresso Sabina Minardi, sono intervenuti gli editori Isabella Ferretti (editrice 66thand2nd), Enrico Selva Coddè (amministratore delegato di Mondadori Libri), mentre l’illustrazione dei dati è stata affidata a di Giovanni Peresson (Ufficio studi AIE).

Vanessa Pompili