Cop28: riscaldamento globale, decarbonizzazione e aiuti ai Paesi più vulnerabili

Vanessa Pompili
01/12/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
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Mantenere l’obiettivo prefissato dell’1,5°C per l’aumento della temperatura media globale, rendere la transizione energetica “giusta e ordinata” per sostenere le economie in via di sviluppo, ridurre drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili, quali petrolio, gas, carbone. È la sintesi della prima giornata dei lavori a Dubai, dove è in corso dal 30 novembre al 12 dicembre la Cop 28 che riunisce i leader dei governi, della società civile, dell’industria e della finanza in un momento fondamentale per valutare per la prima volta i progressi del mondo sull’Accordo di Parigi del 2015. Presente per l’Italia il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, mentre non è passata inosservata l’assenza del presidente americano Joe Biden e del capo di stato cinese Xi Jinping, rappresentanti di due Stati che da soli sono responsabili del 40 per cento delle emissioni globali di gas serra. Impossibilitato a presenziare al vertice, per motivi di salute, Papa Francesco, sostituito dal segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin.

Come previsto dall’accordo sul clima di Parigi, la Cop28 degli Emirati Arabi Uniti dovrà fornire il primo bilancio globale in assoluto, una valutazione completa dei progressi rispetto agli obiettivi climatici prefissati.

E parlando di riscaldamento globale, in apertura dei lavori del summit negli Emirati Arabi Uniti l’Organizzazione metereologica mondiale (Omm) lancia l’allarme: “il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre”.

Resta quindi il limite del 1,5°C entro il 2030, fondamentale per limitare il riscaldamento globale con il richiamo urgente da parte di Sultan Al Jaber, presidente della Cop28, di attuare politiche più forti di quelle adottate fino ad oggi per mantenere sotto controllo l’innalzamento della temperatura globale.

Proprio Al Jaber, insieme al direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), Fatih Birol, hanno pubblicato una sintesi della serie di dialoghi di alto livello che hanno co-presieduto in vista della Cop28.
Viene esteso a tutti i partecipanti un invito all’azione per accelerare la transizione energetica e mantenere l’obiettivo di 1,5°C. Ministri, decisori e amministratori delegati di oltre 40 paesi e 20 organizzazioni hanno partecipato ai dialoghi, discutendo gli elementi chiave della transizione energetica, tra cui energie rinnovabili, efficienza energetica, finanziamenti, domanda e offerta di combustibili fossili e decarbonizzazione.

“È necessaria un’azione concreta e collettiva da parte di tutti i Paesi e di tutte le industrie per realizzare una transizione verso l’energia pulita, garantendo al contempo la sicurezza energetica e l’accesso all’energia fondamentali per la crescita, in particolare nei paesi in via di sviluppo – riporta la sintesi. Tutti i partecipanti sono concordi nell’inderogabilità di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile portandola a 11mila gigawatt entro il 2030 e di raddoppiare i miglioramenti annuali di efficienza energetica nello stesso arco di tempo. “Parallelamente, la domanda e l’offerta di combustibili fossili devono diminuire gradualmente in questo decennio – si legge – con un invito all’industria dei combustibili fossili a decarbonizzare le operazioni esistenti aumentando al tempo stesso gli investimenti in fonti rinnovabili e a basso consumo”.

Con circa 760 milioni di persone in tutto il mondo che non hanno accesso all’elettricità “le economie sviluppate dovrebbero muoversi più velocemente e sostenere le economie in via di sviluppo”, affermano da Cop28.

Dal summit emerge un forte consenso sul fatto che i finanziamenti per il clima e gli investimenti puliti dovranno essere significativamente aumentati, con l’Iea che stima che saranno necessari 4,5 trilioni di dollari all’anno.

L’Italia, fa sapere Giorgia Meloni, contribuirà con 130milioni di euro al Fondo ‘Loss & Damage’, che consiste in aiuti ai Paesi più poveri e vulnerabili del mondo, in genere i più colpiti dal disastro climatico, sbloccato nei negoziati della Cop28.”La sicurezza alimentare per tutti” è una delle “priorità strategiche della nostra politica estera e per questo motivo una parte molto importante del nostro progetto per l’Africa, il Piano Mattei, si rivolge al settore agricolo”, ha detto il presidente del Consiglio nel suo intervento.

E il premier inglese Sunak annuncia che saranno stanziati 1,6 miliardi di sterline per foreste, investimenti privati, rinnovabili.

Anche il presidente degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Mohamed bin Zayed, promette un impegno di 30 miliardi di dollari per il fondo globale per il clima, Altérra.

Vanessa Pompili