CoopCulture, presentato il Rapporto di sostenibilità

Giampiero Castellotti
19/07/2022
Tempo di lettura: 4 minuti

È leader nel settore dei servizi per i beni culturali. Gestisce servizi per musei ed esposizioni, dalla progettazione e realizzazione di sistemi evoluti di accesso e fruizione fino alla prenotazione, prevendita, biglietteria accoglienza e assistenza di sala. Ma anche servizi per biblioteche, iniziative didattiche, ad esempio per le scuole, nonché azioni di marketing e comunicazione. E lo fa per i maggiori simboli del patrimonio storico e culturale italiano. A Roma, ad esempio, per Colosseo, Foro Romano, Palatino, Terme di Caracalla, Palazzi Altemps e Massimo, Crypta Balbi. Poi per un’altra lunga lista di beni culturali che comprende i Musei Reali ed il Castello della Mandria a Torino, Venaria Reale, la Sinagoga Spagnola a Venezia, le Mura di Pisa, il Palazzo Ducale di Urbino, il Museo archeologico nazionale di Napoli, l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, Castel del Monte, il Castello Svevo di Bari fino alla Valle Templi e all’area archeologica di Segesta in Sicilia o all’area archeologica Tharros di Cabras in Sardegna per un totale di quindici regioni su venti (mancano all’appello Liguria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria).

CoopCulture, una delle principali cooperative italiane operanti nei servizi per i beni culturali e nella valorizzazione integrata dei territori, con quasi duemila dipendenti (l’82,1 per cento con contratti a tempo indeterminato, il 43 per cento laureati) e un fatturato risalito a quasi 46 milioni dopo il crollo determinato dal Covid-19 (aveva raggiunto i 76 milioni nel 2019), è nata nel 2010 grazie alla fusione di due cooperative, la Pierreci e la Codess Cultura. A queste, nel 2017, si è unita la Copat, altra cooperativa operante già da oltre 30 anni in musei, biblioteche e archivi.

CoopCulture costituisce un unicum nel comparto, non soltanto per la rilevante diffusione territoriale, le dimensioni occupazionali e il valore economico generato, ma soprattutto per le buone pratiche frutto della capacità di attivare nei territori dinamiche di sviluppo dell’intera filiera turistico-culturale, e per l’attitudine riconosciuta ad innovare e qualificare le relazioni con il pubblico.

La cooperativa accoglie ogni anno oltre undici milioni di visitatori grazie ai suoi oltre 1.000 soci dipendenti, impegnati non solo in musei e siti culturali con funzioni specializzate di accoglienza e didattica, ma anche in attività di progettazione e sviluppo di modelli e strumenti di accesso, comunicazione e fruizione sempre più evoluti.

Il tutto con un’attenzione particolare alla sostenibilità, come emerge anche dal Rapporto di sostenibilità presentato oggi a Palazzo Merulana a Roma, gestito proprio dalla cooperativa.

Il Rapporto, nelle sue 70 pagine, “racconta” i due anni di pandemia tra crisi e nuova pianificazione del futuro per mantenere alto il livello di competitività a fronte della mutazione degli scenari. In questo senso avrà un ruolo importante il Pnrr, con le opportunità offerte nel fronte della digitalizzazione del sistema culturale e, conseguentemente, con la riorganizzazione dei processi, anche gestionali, e delle linee operative.

Impegnata nella rendicontazione delle proprie attività sin dal 2014, CoopCulture ha adottato il nuovo framework Unesco Culture|2030 Indicators per evidenziare il proprio impatto nelle direzioni di ambiente e resilienza, prosperità e qualità della vita, conoscenze e capacità, inclusione e partecipazione.

L’ecosistema digitale territoriale, come evidenzia il Rapporto, è una sintesi tra innovazione digitale e innovazione sociale.

Tra la decina di progetti di punta sul fronte tecnologico attivati negli ultimi anni primeggia “ItinerAppia”, esperienza interattiva georeferenziata di museo diffuso alla scoperta di cinque parchi archeologici della Capitale: Via Latina, Caffarella, Parco degli Acquedotti, Tor Fiscale e Tor Marancia. Format di successo, avviato nel 2017, “Le albe alla Valle dei Templi” in Sicilia abbina visite guidate con danza, musica e teatro in un orario eccezionale, dalle 4,30 del mattino. Di successo anche “Dmo Etrus-Key”, nato nel 2021 per costruire un ecosistema territoriale integrato destinato alla promozione dell’Etruria meridionale, da Cerveteri a Montalto di Castro con il coinvolgimento di una dozzina di comuni tra cui Civitavecchia, Ladispoli e Tarquinia.

Per quanto riguarda l’assemblea, svoltasi ugualmente nella giornata odierna, Giovanna Barni ha lasciato la presidenza di CoopCulture al direttore Centro Nord Adriano Rizzi. Barni, che ha presieduto l’impresa per tre mandati consecutivi, assumerà il ruolo di consigliere delegato a Innovazione, Ricerca e Knowledge Management, a favore della continua innovazione e sviluppo dell’impresa cooperativa; un impegno che si estende anche in ambito di Legacoop, nel ruolo di presidente del settore Turismo, Cultura, Media e Creatività dell’associazione (Culturmedia Lega Coop).

Giampiero Castellotti