Confindustria, i programmi dei quattro candidati alla presidenza

Nataliya Bolboka
23/02/2024
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Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini. Sono loro i quattro i candidati in corsa alla presidenza di Confindustria. Il mandato di Carlo Bonomi, infatti, sta per giungere al termine e il 4 aprile il Consiglio generale dovrà votare il suo successore, mentre il voto effettivo dell’Assemblea sarà il 23 maggio.

Secondo alcune indiscrezioni Garrone sembrerebbe essere il favorito, insieme a Gozzi, ma chi sono i quattro nomi tra cui si cela il prossimo presidente di Confindustria?

Il genovese Edoardo Garrone (1961) è a capo del gruppo Erg, ex azienda del settore petrolifero che nel 2018 è stata riconvertita alle energie rinnovabili ed oggi è il primo produttore di energia eolica in Italia. Inoltre, è presidente del Sole 24 Ore, quotidiano controllato da Confindustria.

Tra i temi centrali del suo programma c’è l’evasione fiscale che “deprime l’intero sistema economico realizzando una grande distorsione competitiva”, per cui “occorre definire meccanismi e strumenti di policy che affrontino il problema alla radice”, riporta il Corriere della Sera.

Inoltre, propone di rafforzare il ruolo di Confindustria, puntando sulla “sede di Bruxelles, il centro studi, la direzione generale” e semplificando i regolamenti confederali. Non manca poi il riferimento al tema dell’energia, di cui Garrone vanta senza dubbio un’ampia conoscenza, dove “è necessario mettere a terra progetti reali e cantierabili per ridurne i costi”, si legge.

Antonio Gozzi (1954), anche lui ligure, è presidente di Federacciai e del gruppo Duferco, che originariamente specializzato nel trading di prodotti siderurgici per poi passare alla produzione diretta di acciaio.

Buon parte del suo programma è dedicato all’energia, e in particolare al sostegno del nucleare, ma tra i punti salienti della sua candidatura vi è senza dubbio la contrattazione. Per Gozzi “Confindustria deve farsi promotrice di un ripensamento dell’intero sistema di contrattazione nazionale”, in particolare attraverso la contrattazione di secondo livello, mettendo da parte i conflitti e aprendo un dialogo proficuo con i sindacati.

È favorevole al nucleare anche Alberto Merenghi (1976), a capo della Cartiera mantovana e della Cartiera Galliera, nonché vicepresidente di Confindustria. Nel suo programma è particolarmente critico sia nei confronti del sindacato, che nei confronti dell’Unione europea.

“Non possiamo distruggere la nostra economia per un’ideologia”, riporta il Corriere, motivo per cui Merenghi propone di “andare a Bruxelles con una delega diretta in capo al presidente”. Inoltre, tra le misure proposte dal mantovano vi è l’abrogazione “dell’Irap anche per le società di capitale e la modifica dell’Ires”.

Ultimo candidato è l’emiliano Emanuele Orsini (1973), alla guida di Sistem Costruzioni, leader nell’edilizia in legno, e di Tino Prosciutti, anche lui vicepresidente di Confindustria. Come altri candidati sostiene il nucleare, ma soprattutto la necessità di una nuova centralità a Bruxelles.

Secondo lui, infatti, “l’industria italiana ed europea sono a rischio”, motivo per cui “serve una rapida consultazione tra tutte le filiere per predisporre un documento da presentare alle altre confindustrie europee e al governo italiano in vista della formazione della nuova commissione Ue”. Infine, sostiene la redazione di “un vero Industrial act in cui fissare le priorità da difendere a tutti i costi per le filiere industriali europee e i loro occupati, e non solo gli obiettivi di trasformazione a cui obbligarli”.

Nataliya Bolboka