Cnel, presentato il documento sul salario minimo

Nataliya Bolboka
12/10/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
Brunetta
Diretta conferenza stampa del Cnel sugli esiti dell’assemblea su lavoro povero e salario minimo

“Avere una contrattazione forte è l’unica garanzia per avere un mercato del lavoro efficiente, equo, con salari giusti e dignitosi”. Così il presidente del Cnel, Renato Brunetta, nella conferenza stampa per illustrare il documento finale sul lavoro povero e il salario minimo, realizzato in vista della prossima legge di bilancio dietro incarico del Consiglio dei ministri.

A 60 giorni dalla richiesta della premier Giorgia Meloni, avvenuta l’11 agosto scorso, nella seduta del 12 ottobre i consiglieri del Cnel hanno approvato il testo in via definitiva, con 15 voti contrari e due assenti.

Il documento è costituito da una parte di inquadramento e analisi e una seconda parte con le proposte del Cnel. Il lavoro istruttorio è stato realizzato dalla Commissione dell’Informazione, composta da quattordici rappresentanti delle categorie produttive, esperti e terzo settore e presieduta dal consigliere delegato ed esperto nominato dal Presidente della Repubblica Michele Tiraboschi.

Il lavoro del Cnel, come sottolineato dal presidente Brunetta in conferenza stampa, è stato svolto partendo non dai dibattiti parlamentari, ma dalla direttiva europea. Questa, infatti, impone ai Paesi con un livello di contrattazione inferiore all’80 per cento la necessità di adeguare le proprie normative e fissare dei salari minimi legali.

Dal momento che in Italia il tasso di copertura della contrattazione collettiva è di gran lunga superiore alla soglia minima, se non addirittura vicino al 100 per cento, in base alla direttiva Ue il Paese non necessiterebbe di interventi normativi.  

Nonostante ciò il mercato italiano del lavoro presenta delle difficoltà, in primis il lavoro povero che, come si legge nel quadro riepilogativo del documento, “riguarda in modo più accentuato lavoratori temporanei, parasubordinati, lavoratori fittiziamente autonomi, lavoratori occasionali, stagisti, lavoratori con mansioni discontinue o di semplice attesa o custodia e lavoratori a tempo parziale involontario”.

Per far fronte a questo problema, il Cnel propone l’introduzione di “una tariffa tramite contrattazione, eventualmente sostenuta da una adeguata normativa di sostegno, parametrata sugli indicatori della direttiva europea o comunque interventi legislativi ad hoc funzionali a incrementare il numero di ore lavorate nell’arco dell’anno”.

Allo stesso tempo, il presidente del Cnel ha ribadito con fermezza che la legge non deve sostituire la contrattazione, che al contrario “deve essere qualificata, valorizzata e deve intervenire soprattutto nelle aree più fragili”.

Il documento sarà ora presentato al Consiglio dei ministri, quindi spetterà a Governo e Parlamento definire i passi successivi.

Nataliya Bolboka