Cnel: convegno su occupazione femminile e pari opportunità

Nataliya Bolboka
06/03/2024
Tempo di lettura: 4 minuti
convegno su occupazione e pari opportunità, Cnel

In Italia il 50 per cento delle donne sono tagliate fuori dal mercato del lavoro. Su di loro pesa il 70 per cento del lavoro domestico. Secondo l’Ocse, infatti, ogni giorno svolgono 175 minuti di faccende domestiche in più rispetto ai loro compagni, contro i 108 minuti del Regno Unito, i 92 minuti della Germania e i 90 minuti della Francia.

Inoltre, sono meno pagate, più precarie, meno promosse in carriera. Il 60 per cento delle lavoratrici hanno un contratto part-time, spesso dovuti non a una scelta personale, ma perché unico mezzo per conciliare vita e lavoro. Allo stesso tempo, il 73 per cento delle dimissioni di un genitore nel primo anno di vita di un bambino riguardano le donne.

A livello aziendale, solo il 28 per cento delle figure apicali sono rappresentate da una quota rosa, gap che si ritrova anche in altri settori professionali. Nella sanità, per esempio, il 75 per cento del personale è donna, eppure le primarie rappresentano solo il 17 per cento del totale. Senza parlare poi della questione del gender pay gap con le donne del settore privato che nel 2022 hanno guadagnato quasi 8mila euro in meno rispetto ai colleghi maschi.

A questi elementi se ne aggiungono altri ancora più preoccupanti perché strettamente connessi a fenomeni come la violenza di genere. Una donna su tre, infatti, non ha un conto corrente e il 62 per cento delle donne che ricorrono a centri di violenza non sono indipendenti economicamente.

Sono questi i temi e le problematiche emerse durante il convegno “Il lavoro buono. Pari opportunità, condivisione, contrattazione”, tenutosi nella mattinata di oggi, 6 marzo, presso Villa Lubin.

“In trent’anni non è migliorato nulla o quasi, le italiane sono stabilmente le ultime in Europa in materia di parità – ha dichiarato il presidente del Cnel, Renato Brunetta. –“È indispensabile una spinta in più. Serve per le donne che hanno bisogno di autonomia economica, per le famiglie che hanno bisogno del doppio reddito e per il Paese che ha bisogno di più figli e più Pil”.

Di fatto, l’occupazione femminile non è mai entrata seriamente nell’agenda politica, in parte per problemi culturali e in parte perché tra “i tanti problemi” viene sempre considerato quello meno importante, meno impellente. Quello femminile, infatti, è un capitale umano ad oggi completamente svalorizzato.

Come è stato ricordato nel corso dell’evento, nonostante la situazione nelle Regioni del Sud sia sicuramente più preoccupante, la questione non sembra essere di gran lunga migliore al Nord. Anche le Regioni più ricche del Paese, come la Lombardia o il Veneto, sono arrivati da pochi anni a una quota del 60 per cento nell’occupazione femminile. Target che nell’Unione europea doveva essere raggiunto già nel lontano 2010.

In un tale contesto l’occupazione femminile deve diventare una questione prioritaria. Il carico di lavoro domestico e di cura deve essere ridistribuito all’interno della società, così come della coppia. E soprattutto le misure volte a favorire l’occupazione delle donne non devono essere considerati dei costi, ma degli investimenti per un bene comune.

ministro per le pari opportunità Eugenia Roccella e presidente del Cnel Renato Brunetta

Come ha dichiarato il presidente Brunetta, “la vera sfida  è far diventare il problema della parità di genere da individuale a collettivo, cambiando i paradigmi del welfare e degli incentivi pubblici e, insieme, il modello della produzione post-fordista. Il patriarcato non si supera col matriarcato, ma con un modello centrato sull’equità. La parità di genere conviene a tutti, produce più equità ma anche più crescita. È un approccio win-win-win. Un modello vincente su cui dobbiamo puntare”.

In tal senso la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Maria, ha evidenziato: “Dobbiamo avere una maggiore inventiva sotto questo profilo, perché le cose sono molto cambiate. Noi non vogliamo tornare indietro, men che meno vogliamo riportare le donne a casa, anzi le vogliamo portare molto di più nel mercato del lavoro, vogliamo dar loro molte più occasioni. Vogliamo che una donna sia libera, sempre, di poter fare i figli che desidera, di avere una vita privata e di non rinunciare a nulla sul piano della vita pubblica e professionale”.

Tra i relatori dell’evento: la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, Martina Semenzato; Rossana Dettori, presidente del comitato per le pari opportunità del Cnel; Valentina Cardinali, Responsabile del mercato del lavoro Inapp; Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager; Ilaria Maria Dalla Riva, presidente del comitato affari sindacali e lavoro Abi; Maurizio Del Conte, Ordinario di diritto del lavoro all’università Bocconi; Laura Lega, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione del ministero dell’interno; Maria Cristina Rosaria Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani; Linda Laura Sabbadini, esperta di statistiche per gli studi di genere.

Nataliya Bolboka