“Case green”, la nuova direttiva europea potrebbe “costare un occhio” agli italiani

Nataliya Bolboka
19/01/2023
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Casa

L’Europa sta lavorando alla nuova direttiva sull’efficientamento energetico delle abitazioni, ma l’Italia non è pronta. In base alla bozza del Parlamento europeo, entro il 2030 gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E, e nella D entro il 2033. La direttiva si colloca entro i confini del Green deal europeo per azzerare le emissioni entro il 2050.

Per ridurre i consumi energetici, molte famiglie italiane saranno costrette a ristrutturazioni costose, come installazione di nuove caldaie, pannelli solari, cappotti termici, sostituzione degli infissi, ecc. Ad oggi sono circa tre quarti le case che avrebbero bisogno di interventi per rientrare nella fascia energetica D.

In base a quanto affermato dal ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto in un’interrogazione alla Camera e riportato dall’Ansa, il governo italiano sta lavorando affinché la nuova direttiva europea “contenga delle previsioni che siano compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano, e che consentano una sua graduale riqualificazione contribuendo ad incrementarne il valore”. Inoltre, “l’onere finanziario potrà e, secondo noi dovrà, essere mitigato da un quadro di incentivi predisposto dagli stati membri con sostegno comunitario”, ha rimarcato il ministro.

Per il momento la direttiva sta dividendo l’opinione degli Stati membri tra Paesi più rigidi e altri che vorrebbero mantenere una certa flessibilità, consapevoli delle difficoltà e dell’esborso che comporterebbe.
Anche sulla classe energetica vi sono pareri contrastanti. Mentre il Consiglio propone una prestazione più alta che venga calcolata su tutto il parco edilizio, la Commissione europea propone per tutti gli immobili una classe energetica F dopo il 2030, per raggiungere la classe E dopo il 2033. Nella bozza il Parlamento dovrebbe optare per una via di mezzo, ovvero una classe E entro il 2030, per poi passare alla D.
Tuttavia i dubbi restano, soprattutto in Italia che, tra crescita dei prezzi e difficoltà di trovare imprese che riuscissero a rispettare le scadenze, ha già sperimentato diversi problemi con il superbonus.

Come evidenziato dal Corriere della Sera, in base agli ultimi dati Enea pubblicati nel 2021 le abitazioni in classe energetica E F G in Italia costituiscono il 76% del totale e gli interventi necessari saranno quelli già previsti dal superbonus, che è costato alla Stato 68,7 miliardi. Con la direttiva europea, l’esborso per ristrutturare tutti gli edifici raggiungerebbe cifre impensabili che in questo caso sarebbero principalmente a carico dei proprietari. Molti non riuscendo a coprire le spese potrebbero essere costretti a vendere la casa, in un mercato in cui gli edifici più vecchi, di classi energetiche basse, vengono sempre più svalutate.

Nataliya Bolboka