Carrello della spesa: salgono i prezzi, calano i volumi

Vanessa Pompili
18/12/2023
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Carrello

Cresce ancora la spesa degli italiani per i consumi alimentari domestici, mentre diminuisce la quantità di prodotti presenti nel carrello. Dal quarto Report sui consumi 2023 elaborato da Ismea, risulta che lo scontrino degli italiani nei primi nove mesi 2023 è aumentato del 9,2 per cento su base annua, con un carrello che risulta alleggerito nei volumi. Tra i canali distributivi il supermercato resta quello predominante con il 40 per cento di share e con un fatturato a +9,8 per cento su base annua. Il discount si conferma il canale dove si registra il maggiore incremento dei prezzi medi, ma resta quello con la miglior performance in termini di crescita fatturato: +10,5 per cento, come gli iper, in netta ripresa rispetto allo scorso anno.

Sono le famiglie a risentire maggiormente la crisi del potere di acquisto, specialmente quelle con figli piccoli e adolescenti, che incontrano le maggiori difficoltà economiche e sono costrette a introdurre strategie di risparmio volte a contenere gli aumenti di spesa. Per queste famiglie il carrello si alleggerisce e l’incremento della spesa è più contenuto rispetto a quello delle altre tipologie di famiglia: solo +2,6 per cento. Di contro i nuclei familiari più maturi (over 55 sia soli che in coppia), incrementano i volumi acquistati, con un aggravio di spesa che si aggira tra il 12 per cento e il 14 per cento.

La spesa sale per tutti i comparti alimentari. In netto aumento la spesa per le uova (+17 per cento), per l’olio evo (+29,7 per cento) per i comparti di latte e derivati (+14,8 per cento) e dei derivati dei cereali (+13,9 per cento). Importanti anche gli incrementi di spesa per le carni (+7,6 per cento). Tra i confezionati aumenta la quota di prodotto a marchio del distributore che nel complesso, secondo un’indagine Niq arriva a coprire il 31 per cento dei prodotti cosiddetti di Largo consumo confezionato (Lcc).

Derivati dei cereali –L’ incremento della spesa per il comparto dei derivati dei cereali è trainato dai “prodotti per la prima colazione” (+17,1 per cento) e dal “pane e sostituti” (+16,8 per cento), ma spicca tra tutti l’incremento della spesa per il riso (+24,8 per cento). Cresce anche la spesa per la pasta (+10,1 per cento). Resta sotto la media solo la crescita della spesa per le farine: +5,5 per cento.

Proteici di origine animale – Per i prodotti lattiero caseari si registra il più ampio incremento della spesa (+14,8 per cento), cui hanno contribuito tutti i prodotti della categoria; in particolare per il latte Uht, a fronte di una stabilità dei volumi acquistati, i consumatori hanno dovuto spendere il 20 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2022. La dinamica di spesa per le carni è trainata soprattutto dalle referenze avicole, per le quali si registra anche un incremento dei volumi acquistati (+5,2 per cento).

Ortofrutticoli – La spesa per il comparto ortaggi, freschi e trasformati, cresce del 9,4 per cento trainata dall’incremento dei prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro. In controtendenza i prodotti di quarta gamma (la frutta, la verdura e, in generale, gli ortaggi freschi, confezionati e pronti per il consumo) che invece cedono volumi malgrado gli incrementi di prezzo sotto la media. Inferiore alla media l’incremento della spesa per la frutta (+5,4 per cento). Alla base delle diverse dinamiche la variabilità dell’offerta e la debolezza della domanda.

Oli vegetali – Prezzi in veloce ascesa (+30 per cento) e conseguente contrazione degli acquisti (-11 per cento) per l’olio extravergine di oliva, mentre, dopo la fiammata dello scorso anno, si ferma la crescita dei prezzi per l’olio di semi.

Vanessa Pompili