Cantina Librandi: la passione per il vino da tre generazioni

Vanessa Pompili
26/01/2024
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calice vino

Un tempo chiamata dai Greci Enotria, la terra dove si coltiva la vite e si produce il vino, la Calabria è una regione di incomparabile bellezza, circondata da due mari cristallini e attraversata da massicce catene montuose, in un’alternanza di paesaggi marini e montani, che sin dall’antichità hanno favorito una varietà climatica e vegetativa che l’hanno resa un’area rigogliosa e fertile.

All’inizio del VIII secolo la Calabria orientale è stata la sede di una fiorentissima civiltà, originata dalla colonizzazione greca, guidata dal principe Enòtro, che insieme al suo popolo, composto in gran parte da esperti vignaioli, si è dedicata alla coltivazione della vite.

La storia del vino calabrese ha inizio quindi in un tempo lontano. Ancora oggi c’è un angolo di terra, che si estende oltre lo Ionio e la pianura dell’Alice sino a confondersi nel territorio di Cremissa, che conserva, a pieno diritto, l’antico appellativo di “terra dei vini”. È Cirò, in provincia di Crotone, un luogo dove pianure e colline a ridosso del mare si frammentano in una grande varietà di sottozone, ognuna con il suo carattere e le sue peculiarità, un territorio dove la cultura del vino è divenuta parte integrante della storia di questo pezzo di Calabria.

E quando si parla di Cirò e di vino, si parla della famiglia Librandi, che da tre generazioni, con passione e maestria, coltiva la vite, producendo uve e vini unici, conosciuti e apprezzati dai veri intenditori.

Quella di Librandi è una storia imprenditoriale che inizia negli anni ‘50 con un’attività di imbottigliamento nella piccola cantina a Cirò Marina, con le uve di Gaglioppo e Greco bianco che provengono da piccoli appezzamenti nella Doc Cirò. Nel corso degli anni vengono acquistati nuovi terreni e inaugurato un nuovo stabilimento, sulla statale 106 nella Contrada San Gennaro, dove si trova tuttora l’azienda. Oggi Librandi conta sei tenute, 232 ettari di vigneto e 80 ettari di uliveto.

Dal 2012 l’azienda è condotta da Nicodemo (per tutti il “Professore”, scomparso da poco), Raffaele, Paolo, Francesco e Teresa Librandi, impegnati in prima linea in tutte le attività aziendali: dalla gestione dei vigneti alla commercializzazione. Walter Librandi segue l’imbottigliamento, mentre Daniela Librandi fa parte della compagine sociale. 

Da sempre legati al territorio, la famiglia Librandi porta avanti il proprio lavoro conservando un forte legame con la tradizione, ma al tempo stesso puntando sulla ricerca per conservare ed esaltare il patrimonio viticolo calabrese.

Cirò rappresenta la storia e l’anima della vite e del vino in Calabria – sostengono con orgoglio i Librandi. “Le nostre varietà si sono adattate profondamente a queste terre che le hanno accolte per secoli e danno in cambio uve e vini unici. I nostri vigneti della Val di Neto, siti tra lo Jonio e la Sila, rispecchiano la generosità di questa terra in cui mare e montagna quasi si toccano generando una grande biodiversità. Siamo tenaci sostenitori della nostra terra, della sua ricchezza e di quello che ha rappresentato, rappresenta e soprattutto di quanto rappresenterà in futuro per il mondo del vino”.

La cantina Librandi si è posta come obiettivo primario la ricerca in ambito vitivinicolo, per riscoprire vitigni autoctoni ormai dimenticati o perduti, con il fine di preservarne e valorizzarne la grande biodiversità regionale.

“Durante tutti questi anni i cambiamenti sono stati tantissimi – spiegano dall’azienda – ma la vocazione viticola e lo stretto rapporto con il territorio hanno sempre acceso la nostra passione e sono sempre stati al centro dei nostri progetti. E dopo tutto questo tempo, il nostro più profondo desiderio è ancora quello di diffondere la conoscenza del patrimonio vitivinicolo calabrese, così ricco di storia, tradizioni e profumi unici”.

Vanessa Pompili