Buon compleanno Rai

Domenico Mamone
03/01/2024
Tempo di lettura: 3 minuti
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Il 2024, appena iniziato, è caratterizzato da un doppio compleanno per la Rai.

Sul fronte televisivo, il 3 gennaio 1954 iniziava l’avventura del “piccolo schermo” italiano: dopo l’annuncio letto dalla prima “signorina buonasera”, Fulvia Colombo, è andata in onda la prima trasmissione televisiva italiana, intitolata Arrivi e partenze, dedicata ai vip in transito a Roma. A presentarla, manco a dirlo, Mike Bongiorno, che sarà il protagonista assoluto della tv, dal mitico quiz Lascia o raddoppia? (dal 1955 al 1959), passando per Rischiatutto negli anni Settanta fino ai programmi – da antesignano – nella tv commerciale di Silvio Berlusconi. Quella prima giornata di programmazione, settant’anni fa, è stata chiusa dal programma più longevo della tv, la Domenica Sportiva.

Ad ottobre si festeggerà anche la radio: infatti la prima trasmissione andò in onda il 6 ottobre 1924.

Gli anniversari costituiscono un’occasione per riflettere. La Rai, specie nella prima fase in cui il servizio pubblico incarnava un impegno irrinunciabile, ha avuto il merito di rendere migliore il nostro Paese attraverso una tv di qualità, che ha saputo soprattutto trascinare fuori dall’analfabetismo una grande fetta di popolazione. Ad esempio, le “signorine buonasera”, vere icone della tv dei tempi andati, dovevano parlare un italiano perfetto, avere almeno il diploma, conoscere una lingua straniera, e hanno rappresentato un elemento di grazia, buona educazione, credibilità, a cominciare dalla più nota, Nicoletta Orsomando, campana della provincia di Caserta, scomparsa due anni fa ultranovantenne. Tanti programmi televisivi di successo si sono fatti carico del ruolo educativo e didattico, affiancando la scuola ed altri strumenti di trasmissione dei saperi.

La tv di quegli anni ha avuto protagonisti di assoluto livello, innanzitutto dei grandi divulgatori. Ci piace ricordare Piero Angela, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Corrado, Enzo Tortora, Raimondo Vianello. Molti dei loro programmi hanno tenuto incollati alla tv milioni di italiani. Ma il piccolo schermo ha accompagnato anche la crescita della presenza femminile nella società, a cominciare dal riferimento di artiste moderne, carismatiche, complete nell’arte dello spettacolo, come Delia Scala, Raffaella Carrà, Enza Sampò, Sandra Mondaini, la stessa Mina. Inoltre grandi giornalisti ci hanno lasciato programmi d’inchiesta di grande pregio, da Enzo Biagi a Gianni Minà, da Giuseppe Marrazzo a Sergio Zavoli.

I materiali dall’immenso archivio Rai ci restituiscono la nostra storia degli ultimi settant’anni. Dispensatrice di gioie e di dolori. Lo sbarco sulla luna, i trionfi azzurri nel calcio e nello sport, i matrimoni regali, ma anche i drammi, come la notte di Vermicino, il terrorismo delle Brigate Rosse e gli attentati alle torri gemelle, i terremoti, le guerre.

«Settant’anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Oggi il servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant’anni fa – ha dichiarato il premier Giorgia Meloni per l’occasione. E noi, come italiani, ci sentiamo fortemente parte di quel processo di crescita e di arricchimento culturale che la tv pubblica dovrebbe sempre garantire. L’occasione dell’anniversario sia utile per guardare soprattutto indietro a quei Maestri: la tv piegata totalmente a logiche commerciali, purtroppo, spesso tralascia la sua prima missione.

Domenico Mamone