Bce: rimangono invariati i tassi di interesse

Vanessa Pompili
12/04/2024
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Bce

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea si espresso sulla politica monetaria comune decidendo di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Le nuove informazioni hanno sostanzialmente confermato la sua precedente valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine.

L’inflazione ha continuato a ridursi, soprattutto per effetto dell’andamento più contenuto degli alimentari e dei beni. Le misure dell’inflazione di fondo stanno perlopiù diminuendo, la crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro con i loro profitti. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione. Tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Le sue decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento restino sufficientemente restrittivi finché necessario.

I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

“Siamo determinati ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine. Riteniamo che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che forniscono un contributo sostanziale al processo di disinflazione in atto – ha dichiarato Christine Lagarde, presidente della Bce, insieme al vicepresidente Luis de Guindos, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta dopo la conclusione del Consiglio direttivo. “L’economia è rimasta debole nel primo trimestre. La spesa per servizi mostra una buona tenuta, ma le imprese manifatturiere devono far fronte alla debolezza della domanda e la produzione rimane contenuta, specie nei settori ad alta intensità energetica. Le indagini congiunturali indicano una ripresa graduale nel corso di quest’anno, trainata dai servizi. Secondo le attese tale ripresa dovrebbe essere sostenuta dall’incremento dei redditi reali, risultante dal calo dell’inflazione, dall’aumento dei salari e dal miglioramento delle ragioni di scambio. Il tasso di disoccupazione è al livello più basso dall’introduzione dell’euro. Allo stesso tempo, le condizioni tese nel mercato del lavoro continuano ad affievolirsi gradualmente e i datori di lavoro pubblicano meno offerte di posti vacanti”.

Vanessa Pompili