Aziende: ristori per 2.9 mln per il contenimento del granchio blu

Vanessa Pompili
24/10/2023
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Granchio Blu

Firmato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, l’atteso decreto che sblocca 2,9 milioni di euro di ristori per le aziende che si sono adoperate al contenimento della presenza aliena di granchio blu nel Mar Mediterraneo.

“Continua il nostro lavoro in sostegno delle aziende che sono intervenute per contenere le fluttuazioni di abbondanza del granchio blu registrate questa estate in Italia – ha dichiarato il ministro Lollobrigida. “Dopo il via libera ottenuto dall’Europa, ho firmato il decreto da 2,9 milioni di euro che autorizza la spesa, a carico del Masaf, per le circa 3mila aziende che hanno provveduto alla cattura e allo smaltimento della specie”. 

Nel decreto ministeriale di attuazione dell’articolo 10 del decreto-legge del 10 agosto 2023, non è stata prevista una specifica indicazione delle aree geografiche interessate. “Le imprese di tutto il territorio nazionale potranno richiedere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di attrezzi da pesca e di trasporto, rispettivamente nella misura dell’80 e del 100 per cento dei costi che vanno dal 1° agosto al 31 ottobre 2023”, ha spiegato il ministro.

Non sono stati inclusi importi forfettari e non riscontrati da fatture in quanto, si legge nel testo firmato da Lollobrigida, si sarebbe creato una forma di indennizzo e non di rimborso spese. Le aziende potranno presentare un’unica domanda attraverso una piattaforma online dedicata, già utilizzata per la gestione dei contributi Covid. Infine, sarà data priorità alle richieste presentate dai Consorzi e in caso di risorse ancora disponibili, saranno assegnate proporzionalmente alle domande presentate dalle singole imprese della pesca e dell’acquacoltura.

“Allo stesso tempo – ha aggiunto Lollobrigida – abbiamo previsto un ulteriore intervento da dieci milioni di euro per sostenere la ripresa del settore della pesca e dell’acquacoltura per la semina, il ripopolamento e l’acquisto di strutture fisse per proteggere gli allevamenti di vongole e novellame di sogliola e cozze. Un provvedimento che abbiamo inviato in Conferenza Stato-Regioni”.

Il problema della specie aliena ha destato l’interesse anche delle maggiori associazioni ambientaliste –Wwf, Greenpeace Italia, Legambiente, Marevivo, Medreact – che hanno emanato un comunicato congiunto, inviato alla Commissione europea a fine settembre, in cui si è richiesto di affrontare l’emergenza del granchio blu “senza ricorrere allo strascico, bensì adattandosi alla pesca con nasse, strumenti efficaci e più selettivi, e aprendo con successo nuove filiere e linee di commercializzazione” in quanto “l’utilizzo dello strascico entro le tre miglia potrebbe inoltre causare conflitti con la pesca artigianale, operante nelle stesse zone”.

“Il granchio reale blu – si legge nel testo – è una specie originaria delle coste atlantiche del continente americano, dalla Nuova Scozia all’Argentina, si è progressivamente diffuso lungo le coste orientali dell’oceano Atlantico e del Mar Mediterraneo. Dopo una prima segnalazione in Laguna di Venezia nel 1949, il granchio blu ha esteso la sua presenza lungo le coste italiane già dagli inizi degli anni duemila, manifestando in questi ultimi anni un aumento esponenziale delle popolazioni, principalmente negli estuari e lungo le coste dell’Adriatico nord-occidentale. Ciò sta causando crescenti problemi socioeconomici al settore della pesca, a causa della predazione del granchio blu sui molluschi bivalvi, derivanti dalle attività di acquacoltura estensiva negli estuari e nelle lagune delle zone. Allo stesso tempo questa specie rappresenta una potenziale minaccia per gli ecosistemi marini delle aree interessate, già duramente impoveriti e danneggiati dalle attività umane e dal cambiamento climatico”.

Vanessa Pompili