Agricoltura a rischio: l’allarme dei pesticidi

Nataliya Bolboka
27/06/2022
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Coi pesticidi la terra diventa sterile e “tra 10-15 anni rischiamo di avere una crisi alimentare in Europa – ha detto il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, a Investigate Europe – non per la guerra in Ucraina”. È quanto riporta Il Fatto Quotidiano del 27 giugno.
Alla crisi climatica e quella alimentare, si aggiunge così un nuovo allarme.

È prevista per il 30 giugno la pubblicazione del nuovo report dell’ong Foodwatch dal titolo “Locked-in pesticides – Europe’s dependency on harmful pesticides and how to overcome it” sulla dipendenza dell’Europa dai pesticidi.

Secondo uno studio condotto dal Wwf e risalente all’aprile scorso, infatti, un terzo dei prodotti agricoli viene coltivato con pesticidi. Numero per altro sempre più in aumento.
L’utilizzo di questi prodotti provoca ogni anno nove milioni di morti premature, circa 385 milioni di casi di avvelenamento acuto non intenzionale e circa 11mila decessi, in quella che il Wwf ha definito come pandemia silenziosa.

Il glifosato, la sostanza chimica più utilizzata in agricoltura, è presente già dal 2015 nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”, mentre alcune sentenze in Italia e Francia hanno riscontrato una correlazione tra Morbo di Parkinson ed esposizione costante a questi prodotti.

Non solo. Come afferma Foodwatch, l’utilizzo di fitofarmaci – per cui l’Italia si posiziona al sesto posto nella classifica mondiale – mette a rischio anche la salute dei terreni coltivati e degli insetti impollinatori, fondamentali per la produzione agricola.
Da qui l’avvertimento dell’agenzia europea per l’ambiente, che mette in guardia: “Se continuiamo a utilizzare il suolo come facciamo oggi, ridurremo anche la capacità della terra di produrre una quantità sufficiente di mangimi e cibo adatto al consumo umano”.

In base alla normativa europea, infatti, si dovrebbe ricorrere ai pesticidi solo in condizioni estreme, ma questa sembra non bastare.

Da una parte perché, ad oggi, il 53 per cento della produzione globale di semi è in mano alle grandi multinazionali come Bayer (ex Monsanto), Dupont Pioneer, e Syngenta, che sono anche i principali leader nel mercato dei pesticidi. Senza contare che, nel breve periodo, la riduzione di fitofarmaci provocherebbe una diminuzione del 10-20 per cento della produzione agricola.

Dall’altra l’Europa non prevede alcun finanziamento né sanzione che incentivi un effettivo cambiamento. Anche la nuova proposta di tagliare del 50 per cento l’utilizzo di agenti chimici entro il 2030 presenta qualche dubbio. Infatti, un pesticida vietato in Europa può essere comunque esportato, per poi rientrare nel continente sotto forma di importazioni. Motivo che ha spinto la Francia a richiedere che qualsiasi normativa venga applicata anche ai prodotti esteri.

Tuttavia, la questione sembra tutt’altro che risolta e, ancora una volta, l’equilibrio globale risulta sempre più instabile.

Nataliya Bolboka