
Si chiude oggi il vertice dei Paesi amazzonici a Belem, in Brasile, per definire una linea comune che permetta di far fronte alle grandi questioni che interessano la regione, quali deforestazione, crisi climatica, crimini ambientali, ma anche protezione dei popoli indigeni che vi abitano e sfruttamento dell’attività mineraria.
L’iniziativa, promossa del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, riunisce per la prima volta gli otto Paesi dell’Organizzazione per il Trattato di Cooperazione Amazzonica (Otca): Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Surinam e Venezuela, fondata nel 1995.
Proprio in questa occasione è stata diffusa una dichiarazione congiunta degli otto Paesi amazzonici, che hanno annunciato la creazione di un’alleanza contro la deforestazione e lo sviluppo sostenibile delle risorse della regione.
Lo scopo è “promuovere la cooperazione regionale nella lotta alla deforestazione, per evitare che l’Amazzonia raggiunga il punto di non ritorno”, si legge nella dichiarazione, che prevede 113 punti di azione.
In quest’ottica il presidente brasiliano Lula ha rinnovato la richiesta di sostegno da parte dei paesi sviluppati per la salvaguardia della regione. “Hanno promesso di distribuire 100 miliardi di dollari, era la grande promessa dei paesi ricchi ma stiamo ancora aspettando quei soldi – ha dichiarato Lula. – “Un po’ sono arrivati dalla Norvegia e dalla Germania con il Fondo per l’Amazzonia ma siamo lontani da ciò che è necessario affinché i 28 milioni di abitanti della regione possano avere un futuro dignitoso”, riporta l’Ansa.
Tale richiesta dovrebbe essere presente anche del documento finale, insieme alla condanna della “proliferazione di misure commerciali unilaterali che, basate su requisiti e norme ambientali, si traducono in barriere commerciali e colpiscono principalmente i piccoli produttori nei Paesi in via di sviluppo”.
Oltre alla creazione dell’alleanza contro la deforestazione, i 113 punti della dichiarazione stabiliscono anche l’istituzione di un Parlamento Amazzonico, di un Centro di Cooperazione Internazionale della polizia come sistema di coordinamento di forze di sicurezza e intelligence nella lotta contro il crimine, nonché una politica comune in materia di rispetto dei diritti umani e protezione delle popolazioni autoctone.