Un pensiero alla Sampdoria

Domenico Mamone
14/05/2025
Tempo di lettura: 3 minuti
Image

Per la prima volta nella sua gloriosa storia, la Sampdoria – nata nel 1946 dalla fusione tra la Sampierdarenese e l’Andrea Doria e con una delle più belle maglie nel calcio internazionale – finisce in serie C, dopo ben 66 campionati di A e 13 di B.

Una ferale notizia non soltanto calcistica, ma che investe anche la sfera sociale in una città importante come Genova e del costume, seminando turbamento nella città blucerchiata (e cinici festeggiamenti in quella rossoblu). Tra i tifosi celebri e sfegatati che la squadra può vantare ricordiamo il vincitore del Festival di Sanremo, Olly, Fabio Fazio, la presentatrice Enrica Bonaccorti, il comico Maurizio Crozza, l’attore Walter Nudo, il presentatore Corrado Tedeschi. Sono stati tifosi della Samp, Fausto Coppi, Alfredo Provenzali e Paolo Villaggio.

Il dramma sampdoriano conferma che nel calcio non vi sono certezze, specie oggi che l’aspetto economico è sempre più essenziale. Nessun blasone può mettere al riparo una società da periodi bui. E finire nella serie C è ovviamente un’ignominia che rimane per sempre come una macchia indelebile. Tanto più in una città con due gloriose squadre.

Per la Samp, in particolare, sono davvero lontani i tempi a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta in cui la squadra genovese si è aggiudicata lo scudetto nel 1991 (allenata da Vujadin Boškov), ha vinto quattro Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe (battendo i belgi dell’Anderlecht nel 1990), oltre ad aver disputato le finali dell’allora Coppa dei Campioni (sconfitta dal Barcellona nel 1992), della Coppa delle Coppe (sconfitta dal Barcellona nel 1989) e della Supercoppa Uefa (nel 1990, vinta dal Milan). Tempi gloriosi del presidente Paolo Mantovani (dal 1979 al 1993), artefice della cosiddetta “Sampd’oro”, in cui l’attacco della Samp era costituito da una delle coppie più avvincenti del calcio italiano: Roberto Mancini e Gianluca Vialli, detti “i gemelli del gol”, duo che ci ha fatto anche vincere l’Europeo di calcio 2020.

In quei lontani anni, che hanno onorato tutto il mondo del calcio, hanno vestito blucerchiato anche Bonetti, Cerezo, Chiesa, Dossena, Lanna, Lombardo, Montella, Pagliuca, Seedorf, Veron, Vierchowod, Zenga, mentre dal 1992 al 1997 allenatore è stato Sven-Göran Eriksson. In tempi più recenti la Sampdoria ha annoverato, tra gli altri, Cassano, Pazzini, Quagliarella e Zapata.

La squadra vanta ben sei quinti posti in serie A e cinque quarti posti. Affrontare la Samp dei tempi d’oro non è mai stato facile per nessuno.

Quest’anno insieme alla prima squadra maschile, che ha avuto quattro cambi di allenatore (con 8 vittorie, 17 pareggi e 13 sconfitte), sono retrocesse anche l’Under-19 e la Sampdoria Women, la squadra femminile che l’anno prossimo giocherà in serie B. Anno quindi pessimo per tutta la Sampdoria, a causa di una gestione societaria discutibile (il cambio di proprietà è avvenuto nel 2023, quando era sull’orlo del fallimento) e dei numerosi infortuni ai giocatori. L’augurio è di poter rivedere presto la Samp in serie A, a livelli consoni per una squadra con una storia di prestigio.

Domenico Mamone