Ue, il Pnrr potrà essere utilizzato per produrre munizioni

Nataliya Bolboka
04/05/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
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La Commissione europea ha dato il via libera per l’utilizzo dei fondi del Pnrr per produrre munizioni. È quanto annunciato ieri, 3 maggio, dal commissario al mercato unico Thierry Breton.
La decisione arriva dopo che Bruxelles ha adottato il 20 marzo il programma Act in Support of Ammunition Production (Asap), stanziando mezzo miliardo di euro per aumentare la capacità di produzione militari dell’Europa, aumentando le forniture all’Ucraina e aiutando gli Stati a ricostituire le scorte.

Il Recovery fund “è stato specificatamente costruito per tre principali azioni: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza. Intervenire puntualmente per sostenere progetti di industriali che vanno verso la resilienza, compresa la difesa, fa parte di questo terzo pilastro”, ha dichiarato il commissario.

Breton ha spiegato che l’obiettivo della Commissione è quello di “arrivare al 2 per cento del Pil per la difesa: dobbiamo adattarci a questa nuova configurazione geopolitica e dobbiamo approvare quanto prima questo pacchetto legislativo per permettere all’industria della difesa europea, che ha mantenuto la capacità produttiva, di fabbricare almeno un milione di munizioni all’interno dell’Ue”, scrive Il Fatto Quotidiano.

Sostenere Kiev nella guerra è fondamentale per “rafforzare la sicurezza collettiva di tutta l’Europa: se contiamo l’Ucraina abbiamo 4.000 chilometri di frontiere con la Russia”, ha ricordato Breton.
“Il settore industriale vuole aumentare la capacità produttiva ma per farlo serve cambiare dei parametri, passare a una modalità di economia di guerra e siamo ben lungi da avere quello che serve – ha continuato il commissario – “Ecco perché dobbiamo anche rafforzare le catene di approvvigionamento, compresi polveri ed esplosivi: tutti i membri dell’alleanza per l’Ucraina non hanno sufficiente capacità di produzione per le munizioni, compresi gli Usa e altri”.

Non sono mancate le critiche a questa scelta, che in Italia ha suscito immediate reazioni sui social dei leader di sinistra. “Quei fondi servono a far rialzare l’Italia non a fare la guerra”, ha scritto Giuseppe Conte.

Intanto nel Paese si aspetta a giorni la terza tranche di fondi del Pnrr, pari a 19 miliardi e collegata agli obiettivi della seconda metà del 2022, in un clima relativamente tranquillo per i mercati. Secondo il Financial Times, infatti, gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro i titoli di Stato italiani attraverso le vendite allo scoperto. Ottime notizie che sarebbero da imputare al calo del prezzo del gas e, contro ogni aspettativa, alle minori turbolenze politiche, compreso il mancato scontro con Bruxelles.

Nataliya Bolboka