Ue, il Cedro di Santa Maria del Cedro conquista il marchio Dop

Vanessa Pompili
19/05/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
Cedro
Foto: Museo del Cedro

Il Cedro di Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza, conquista il marchio Dop. Con la pubblicazione del 17 maggio in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea viene così formalizzata dall’Unione europea l’iscrizione del nome “Cedro di Santa Maria del Cedro” nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protetta. Con quest’ultimo atto si conclude un iter avviato anni fa con la presentazione della domanda di registrazione del nome “Cedro di Santa Maria del Cedro” presentata dall’Italia alla Commissione Eu.

Il cedro è una coltura antichissima e fortemente radicata nel territorio calabrese. A riprova dell’importanza e della rappresentatività dell’agrume per l’identità regionale, il piccolo comune cosentino di Santa Maria del Cedro ha addirittura istituito un Museo del Cedro.

Il cedro è un agrume antichissimo che affonda le sue radici nell’antichità classica e nel culto mistico della religione ebraica. Era detto kitríon in greco, citrus medica in latino. Plinio il Vecchio, nella sua “Storia Naturale”, chiamava la citrus medica “melo d’Assiria” o “melo di Media”, dal nome della sua terra di origine: la Media, un’antica regione del continente persiano. Il Cedro trova oggi il suo habitat ideale sulla Riviera dei Cedri, nella parte Nord Occidentale della Calabria tirrenica, in cui cresce e vegeta per mano dei suoi sapienti custodi: i cedricoltori. Ogni anno i rabbini provenienti da ogni angolo del mondo si recano proprio in questa terra per raccogliere “il frutto dell’albero più bello” per il rituale di Sukkot.

“Il colore, la forma e la consistenza della scorza sono unici e strettamente legati sia ai fattori climatici tipici della fascia costiera tirrenica della provincia di Cosenza sia al fattore umano – si legge nel comunicato emanato – L’utilizzo del graticcio è la tecnica tipica della zona di produzione di questo agrume, è ciò che influisce sull’aspetto finale del prodotto e serve a proteggere i frutti dal vento invernale, ma anche dai raggi solari”. 

Vanessa Pompili