Ucraina, un anno di guerra

Vanessa Pompili
22/02/2023
Tempo di lettura: 5 minuti
Ucraina

Dopo Biden anche Giorgia Meloni arriva in Ucraina a un anno dell’inizio del conflitto. Un viaggio doveroso per dimostrare sostegno a una nazione martoriata dalla guerra. Era la notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 quando l’armata russa invade il territorio ucraino lasciandosi dietro morte e desolazione. Tra propaganda e smentite, la Russia di Putin è andata avanti, contando innumerevoli perdite tra i suoi. L’esercito ucraino non si arrende e continua a resistere dopo dodici mesi di flagellazioni. Davide e Golia, una lotta impari che però no per forza deve prevedere un finale scontato.

La premier italiana ha voluto visitare Bucha e Irpin, la prima tristemente nota come una dei luoghi in cui si sono perpetrati i massacri di civili, l’altra città simbolo della resistenza all’invasione russa. A Bucha, la deposizione dei fiori rossi per rendere omaggio alle vittime nelle fosse comuni e si è commossa: “Non siete soli”, ha detto. E parlando di pace ha sottolineato che “nessuna pace può essere ingiusta per l’Ucraina”.

E da Ginevra l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani Volker Türk ha deplorato il costo umano della guerra in Ucraina che ha causato almeno 8.006 morti civili e 13.287 feriti negli ultimi dodici mesi, oltre alle numerose vite perse in precedenza nel conflitto nell’Ucraina orientale.

“Questi numeri, che rendiamo noti, mettono a nudo le perdite e le sofferenze inflitte alle persone dall’inizio dell’attacco armato della Russia il 24 febbraio dello scorso anno; sofferenza che ho visto di persona quando ho visitato l’Ucraina a dicembre. E i nostri dati sono solo la punta dell’iceberg. Il bilancio dei civili è insopportabile. A causa della scarsità di elettricità e acqua durante i freddi mesi invernali, quasi 18 milioni di persone hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria. Circa 14 milioni di persone sono state sfollate dalle loro case”, ha detto Türk.

“Secondo la missione di monitoraggio dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina – spiega l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani – delle vittime civili adulte di cui si conosceva il sesso, gli uomini rappresentavano il 61,1 per cento delle vittime civili e le donne il 39,9 per cento. Almeno 487 bambini sono stati uccisi e 954 feriti. Circa il 90,3 per cento delle vittime civili è stato causato da armi esplosive con effetti su vasta area, inclusi proiettili di artiglieria, missili da crociera e balistici e attacchi aerei. La maggior parte si è verificata in aree popolate. L’Ufficio ha inoltre registrato 632 vittime civili – 219 morti e 413 feriti – causate da mine e residuati bellici esplosivi”.

Non solo sfollati e morti, la guerra ha tanti volti. Uno di questi è la violenza su donne e bambini e la loro tratta. Difficile fare un computo degli scomparsi. Sono più di 13,3 milioni le persone in fuga, in maggioranza madri e bambini, considerando 5,3 milioni di sfollati nel paese e oltre otto milioni di rifugiati fuggiti dall’Ucraina verso l’Europa, in quella che per il Vecchio continente è la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale. Dei più degli otto milioni di rifugiati, l’87 per cento sono donne. Di pochi giorni fa la notizia pubblicata da Euronews che la divisionedell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa,che si occupa della lotta alla tratta di esseri umani, ha notato un incremento di ricerche online di contenuti sessuali relativi a donne e ragazze ucraine.

E chi è rimasto lì, corre altrettanti rischi. Il confinamento nei rifugi, in spazi ristretti e condivisi, aumenta la violenza di genere. Preoccupanti anche le condizioni igienico sanitarie dei rifugiati e sfollati. L’Unicef riporta un aggravamento dei rischi di epidemie di morbillo, polio, colera e altre malattie infettive come il Covid-19. Mentre crescono le preoccupazioni per l’inverno non ancora finito, l’impatto della guerra rischia di causare una crisi nutrizionale e alimentare di portataglobale, e nella regione ha già gettato in povertà quattro milioni di bambini in più rispetto al 2021.
Più di 27,3 milioni le persone che necessitano assistenza umanitaria: 7,1 milioni sono bambini sotto i 18 anni, di cui 3,2 milioni all’interno dell’Ucraina sconvolta dalla guerra, quasi 3,9 milioni rifugiati in Europa.

In Ucraina, 14,6 milioni di persone necessitano assistenza medica e 9,3 milioni cibo per la sussistenza, 11 milioni sono prive di acqua e servizi igienici. Oltre 3,4 milioni i minori bisognosi di protezione, tra bambini sfollati, con disabilità o in istituti minorili, più di 5,3 milioni di aiuto per l’istruzione.

Troppo triste il bilancio di un anno di guerra. Per qualcuno inutile. Scriveva l’8 aprile 2022 Moni Ovadia su Il Manifesto: “La guerra è il luogo e il tempo della morte. Non uccide solo esseri umani, animali, ambiente, cancella il desiderio di conoscere. La guerra genera la ridondanza di informazione e le sue fonti pletoriche si contendono la contabilità di morti, di orrori, di distruzioni, di fazioni”.

Ma la conoscenza passa anche attraverso i numeri, il quantificare. Perché solo allora, ciò che è lontano diventa più reale. Perché sapere significa anche capire, capire cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Vanessa Pompili