Se finora il messaggio è stato piuttosto ottimistico, la recente elezione di Donald Trump per un secondo mandato alla presidenza degli Stati Uniti si rivelerà probabilmente il jolly per gli investitori nel medio termine. Sotto Trump, il mondo sarà chiaramente un posto diverso. Alcune delle sue iniziative politiche avranno conseguenze volute, ma anche molte non volute. Come minimo c’è da aspettarsi una maggiore volatilità nei mercati.
Le prospettive per l’azionario dei mercati emergenti sono condizionate dall’incertezza relativa all’impatto di un’amministrazione Trump. Le valutazioni, escludendo India e Taiwan, sono sostanzialmente convenienti, ma i mercati stanno affrontando un periodo di incertezza.
Si prevede che le politiche di Trump eserciteranno una pressione al rialzo sull’inflazione statunitense, sollevando la curva dei rendimenti statunitensi e sostenendo il dollaro USA. Ciò inasprisce le condizioni finanziarie nei mercati emergenti e agisce come un ostacolo alla performance del mercato.
Trump comporta anche un rischio tariffario, in relazione sia all’applicazione di dazi su larga scala (su tutte le importazioni negli Stati Uniti) sia a un aumento significativo dei dazi specifici per la Cina. Se i dazi venissero applicati rapidamente e in linea con la retorica della campagna elettorale, parte dell’impatto verrebbe assorbito dal deprezzamento della valuta dei mercati emergenti. Tuttavia, potrebbe esserci un impatto sostanziale sull’inflazione statunitense, che colpirebbe in modo sproporzionato le famiglie a basso reddito, un elemento chiave della base di sostegno di Trump. Di conseguenza, ci aspetteremmo un approccio più sfumato all’applicazione dei dazi rispetto a quanto suggerito dalla retorica della campagna elettorale.
In relazione alla Cina in particolare, le nomine del gabinetto di Trump sembrano essere politicamente aggressive nei confronti del Paese. Ci aspettiamo quindi l’applicazione di dazi asimmetrici. A seconda delle dimensioni, ciò potrebbe avere un impatto sui volumi commerciali della Cina e portare a una significativa svalutazione del renminbi, sebbene possa anche guidare un’accelerazione degli stimoli cinesi per difendere la crescita.
Una significativa svalutazione del renminbi potrebbe mettere sotto pressione le valute emergenti concorrenti, anche se a medio termine le economie manifatturiere dei mercati emergenti beneficeranno probabilmente della continua diversificazione della catena di approvvigionamento lontano dalla Cina.
(A cura di Alex Tedder, Co-Head of Equities, Schroders)