Torino aderisce al Fossil fuel treaty, stop alle fonti fossili

Nataliya Bolboka
20/12/2022
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Torino è la prima città italiana ad aderire al Trattato internazionale di non proliferazione dei combustibili fossili. Anche il capoluogo piemontese diventa così protagonista del cambiamento, insieme alle oltre 70 città , come Londra, Los Angeles, Parigi, Belem, che si sono unite al Fossil fuel treaty.
Al Trattato hanno aderito anche governi nazionali e istituzioni internazionali, tra cui il Parlamento europeo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Vaticano, organizzazioni internazionali, scienziati e attivisti.

La decisione del Comune di Torino è arrivata il 12 dicembre. La mozione di sostegno al Trattato, presentata dalla consigliera Sara Diene, di Sinistra ecologista, è stata approvata con 27 voti favorevoli e due contrari.
Con quest’atto il Comune prende una chiara posizione sulla crisi climatica ed ecologica e impegna la Giunta a promuovere il Fossil fuel treaty presso altre amministrazioni locali attraverso l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), esorta il Governo a sostenere l’iniziativa ed adoperarsi per raggiungere gli obiettivi della COP27, la conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici.        

Scelta accolta con grande favore dagli attivisti e dai movimenti per il clima, per il risultato di Torino è stato decisivo il lavoro della sezione torinese di Fridays For Future, da cui proviene anche la consigliera Diene. Alle ultime lezioni, infatti, il movimento aveva chiesto la definizione di un piano dettagliato di decarbonizzazione per la città che prevedesse lo stop all’utilizzo dei combustibili fossili entro il 2030.
Anche nei giorni precedenti si era attivata per informare i cittadini, mentre in quello della votazione ha organizzato un presidio davanti al Municipio.

Secondo i promotori del Fossil fuel treaty, i trattati sul clima stipulati finora non affrontano adeguatamente la questione dei combustibili fossili, che devono essere gradualmente eliminati, per cui l’iniziativa ha l’obiettivo di integrarli.
Si ispira al Trattato di non proliferazione nucleare del 1970 e, proprio allo stesso modo, si basa su tre pilastri: il disarmo globale, attraverso l’eliminazione graduale delle scorte esistenti e della produzione, la non proliferazione di carbone, petrolio e gas mettendo fine all’esplorazione, e la transizione pacifica e giusta per ogni paese, comunità e persona.

Nataliya Bolboka