Tecnologia sempre più invadente, sospeso ChatGPT

Nataliya Bolboka
03/04/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
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Il mondo in cui viviamo diventa sempre di più un connubio tra reale e digitale, dove l’intelligenza aumentata e intelligenza artificiale sono ormai utilizzati in qualsiasi ambito e parte integrante della vita di tutti i giorni.

Il marketing e la comunicazione aziendale sono tra i settori in cui la tecnologia sta apportando cambiamenti particolarmente rilevanti, ridisegnando mercati e relazioni. Thomas Davenport, accademico e autore specializzato in innovazione dei processi aziendali e intelligenza artificiale, ha scritto sull’Harvard Business Review: “Di tutte le funzioni di un’azienda il marketing è l’ambito che ha più da guadagnare dall’intelligenza artificiale. Le attività principali sono comprendere le esigenze dei clienti, abbinarle a prodotti e servizi e convincere le persone ad acquistare”, riporta il Sole 24 Ore.

Algoritmi e intelligenza artificiale vengono infatti utilizzati per l’analisi dei dati, così da definire processi e strategie, per i sistemi di raccomandazione di prodotti e serie tv, come avviene su Amazon e Netflix, ma anche per “sistemi agganciati ai call center che modellano le risposte sulla base delle emozioni espresse o che consigliano all’operatore quale strategia conversazionale adottare”, spiega Guido di Fraia, fondatore e Ceo del laboratorio Iulm AI Lab, docente e prorettore all’innovazione dell’Università Iulm di Milano.

Senz’altro il fattore umano resta una parte fondamentale di questi processi e, per quanti passi avanti possa fare la tecnologia, rimane imprescindibile. Chi teme che questa possa avere vita propria uscendo dal controllo dell’essere umano, come avviene in numerosi film apocalittici, per il momento può stare tranquillo. Le fallacie di ragionamento di ChatGPT di OpenAI, infatti, dimostrano come questa tecnologia sia solo una replica di intelligenza che impara ed è portata a credere a qualsiasi informazioni fornitagli dall’essere umano, ma non è in grado di portare avanti ragionamenti propri.

Ciò che dovrebbe spaventare invece è la raccolta di informazioni personali. Il Garante per la protezione dei dati personali ha temporaneamente sospeso in Italia proprio ChatGPT, per la mancanza di un’informativa sulla privacy, una base giuridica che giustifichi la raccolta delle informazioni e un filtro che permetta di verificare l’età degli utenti. La decisione è arrivata dopo che il 20 marzo il software ha subito una rilevante perdita di dati non solo sulle conversazioni degli utenti, ma anche sulle informazioni di pagamento degli abbonati ai servizi esclusivi. Nonostante rappresenti un fatto grave, l’azienda proprietaria non ha rilasciato alcuna comunicazione agli utenti su quanto accaduto.

Il Garante ha quindi stabilito una limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI. La società proprietaria di ChatGPT ha quindi momentaneamente sospeso il servizio in Italia. Ora dovrà accogliere le richieste del Garante, in caso contrario rischia una multa fino a 20 milioni di euro o fino al 4 per cento del suo fatturato globale annuo.

Nataliya Bolboka