Pur di migliorare lo stipendio, si è disponibili anche a trasferirsi. La famiglia è un supporto economico per circa un lavoratore su tre. Questo il quadro che emerge dal recente sondaggio di Indeed, portale per chi cerca e offre lavoro, che ha indagato il tema del giusto salario e la soddisfazione dei lavoratori italiani.
Dall’indagine, che ha coinvolto 1000 persone di età maggiore di 18 anni interessate a nuove possibilità di occupazione (jobseekers), è emerso che, il 45% dei lavoratori italiani ritiene di essere pagato meno di quanto dovrebbe, con un 10% che crede che lo scarto sia significativo. Per quanto sia una problematica trasversale, la percentuale sale al 49% tra le lavoratrici donne a al 53% nella fascia d’età tra i 35-44 anni.
Migliorare lo stipendio è una priorità, probabilmente dettata dal fatto che oltre il 62% dello stipendio viene in media assorbito dalle spese essenziali. un intervistato su tre circa (31%), inoltre, dichiara di riuscire a farsi bastare quel che guadagna perché riceve supporto finanziario da parte della propria famiglia. La percentuale sale al 58% tra i lavoratori appartenenti alla fascia d’età tra i 18-24 anni, ma si attesta al 33% anche nella fascia d’età tra i 35-44 anni e all’incirca al 28% per i lavoratori nella fascia di età dai 55 in su.
Uno su due dei lavoratori insoddisfatti del proprio stipendio prenderebbe in considerazione di lasciare il proprio lavoro e il 41% si dichiara pronto a dare le dimissioni se non otterrà un aumento nel breve periodo. Per un lavoro e uno stipendio migliore si è anche disposti a trasferirsi. Il 58% degli intervistati si sposterebbe in Italia, mentre il 44% anche all’estero. I più propensi a trasferirsi in un altro luogo in Italia sono i lavoratori nella fascia d’età tra i 25-34 anni (66%), mentre la fascia tra i 18-24 anni registra la percentuale più alta di lavoratori disposti a spostarsi all’estero (61%).
Gianluca Bonacchi, senior talent strategy advisor di Indeed, commenta “In un contesto economico dove il costo della vita continua a crescere e il supporto familiare gioca ancora un ruolo significativo per molti, non sorprende che quasi la metà dei lavoratori si senta sottopagata. La disponibilità a cambiare lavoro, e addirittura a trasferirsi, pur di ottenere una retribuzione migliore, dimostra quanto sia forte questa esigenza. Per le aziende italiane, questo significa che attrarre e trattenere i talenti richiede non solo un’attenzione alla cultura aziendale e al benessere, ma anche una riflessione seria sull’adeguatezza delle retribuzioni. Offrire salari competitivi, in linea con il costo della vita e le competenze richieste, è un investimento strategico per garantire la motivazione, la produttività e la fidelizzazione dei dipendenti. Sebbene lo stipendio sia cruciale, anche altri fattori come la sicurezza del posto di lavoro, l’equilibrio tra vita privata e professionale e le opportunità di crescita professionale giocano un ruolo significativo. Tuttavia, offrire una retribuzione competitiva rimane il requisito fondamentale per attrarre e trattenere i talenti”.
Metodologia
La ricerca è stata condotta da Censuswide, su un campione di 1.006 persone interessate a nuove possibilità di occupazione (jobseekers) in Italia (di età pari o superiore a 18 anni). I dati sono stati raccolti tra il 22 e il 25 novembre 2024. Censuswide aderisce e impiega membri della Market Research Society e segue il codice di condotta MRS e i principi ESOMAR. Censuswide è anche membro del British Polling Council.