Smart city: crescono i comuni che dicono sì

Vanessa Pompili
15/05/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
City

Cresce il mercato delle smart city con un +23 per cento nel 2022 rispetto all’anno precedente, quantificabile in 900 milioni di euro. Merito, in parte, imputabile all’assegnazione dei primi fondi legati al Pnrr. Coinvolti il 21 per cento dei comuni italiani, con l’avvio di almeno un progetto. La scelta dei piani di innovazione ricade su applicazioni consolidate, quali l’illuminazione pubblica (24 per cento), la smart mobility (21 per cento), lo smart metering (i sistemi che consentono la telelettura e telegestione dei contatori di luce, gas, acqua) insieme allo smart building (12 per cento). Crescono, proprio grazie ai fondi del Pnrr, anche soluzioni legate all’energia (13 per cento), come smart grid (rete intelligente, risultato di un insieme di una di informazione e di reti di distribuzione elettrica)e comunità energetiche rinnovabili.

È quanto emerge dalla sintesi dei dati estratti dalla ricerca sulle smart city dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano.

La smart city, o “città intelligente” è uno dei nuovi trend della trasformazione digitale che riguarda tutti gli ambiti applicativi urbani – dalla mobilità, al controllo del territorio, alla gestione dei flussi turistici – e utilizza tecnologie innovative quali Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale, Big Data, Cloud Computing, Digital Twin, solo per citarne alcune.

Attualmente, esistono molti modelli di smart city, sia a livello internazionale che in Italia. Tra le varie smart city presenti nel mondo, un esempio sono Barcellona e Zurigo. Anche in Italia esistono già alcuni modelli di città del futuro: un esempio è Milano, che guida la rivoluzione nell’ambito dell’innovazione e della trasformazione digitale attuata alla città. Tra i principali benefici di una smart city rispetto a una città tradizionale troviamo la riduzione dei consumi energetici; l’ottimizzazione della raccolta dei rifiuti; lo sviluppo del trasporto pubblico; la digitalizzazione dei servizi per i cittadini.

Queste innovazioni aiutano a far fronte alla crescita della popolazione urbana e a ridurre l’impatto delle città sull’ambiente e sull’inquinamento.

“Le tecnologie smart applicate al trasporto e all’energia rivoluzioneranno nei prossimi anni le nostre città – dice Giulio Salvadoridirettore dell’Osservatorio Smart City. “Molti dei comuni italiani hanno già compreso le potenzialità di questa rivoluzione e hanno iniziato ad introdurre progetti di smart city. I risultati, però, indicano che il valore della smart city è percepito solo nel momento in cui si implementano le soluzioni, mentre è più difficile coglierne il potenziale a priori. È fondamentale dunque intervenire per rimuovere le barriere e gli ostacoli che impediscono l’avvio di progettualità da parte delle amministrazioni”.

Solo nel 2022 in Italia il 39 per cento dei comuni al di sopra dei 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto di smart city, il 21 per cento se si considerano tutti i comuni italiani. E quasi tutte le amministrazioni che hanno dato il via a questi piani negli ultimi anni (l’89 per cento), vuole continuare a investire in nuove iniziative per la smart city. Un dato che indica un alto grado di soddisfazione rispetto ai risultati ottenuti o, in ogni caso, una volontà di sviluppare ed approfondire ancora di più il percorso intrapreso. Progetti destinati ad aumentare in futuro: il 41 per cento dei comuni afferma infatti di voler investire in iniziative di smart city nel prossimo triennio. L’anno scorso era il 33 per cento. In particolare, questi comuni si concentreranno sullo sviluppo di progetti di smart mobility, smart building e analisi dei dati legati al turismo, alla mobilità e agli eventi in città, tutti ambiti che hanno grande potenziale per lo sviluppo di soluzioni connesse e integrate. In netto contrasto è la posizione dei comuni che non hanno ancora avviato progetti. Tra questi, solo il 28 per cento si dichiara interessata ad implementarli nei prossimi anni.

Parlando dei fondi del Pnrr, Luca Gastaldi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart City commenta: “Il potenziale dei progetti previsti dal Piano è ambizioso, ma nei prossimi anni i comuni dovranno gestire coscienziosamente le risorse, sopperire alla carenza di competenze e di personale amministrativo e tecnico, oltre a rispettare le scadenze imposte. Una possibile soluzione per accompagnare le amministrazioni verso una profonda trasformazione urbana è quella di dare loro supporto in tutte le fasi degli investimenti del Pnrr: dall’identificazione delle procedure alla scrittura dei bandi, al raggiungimento degli obiettivi fino alla gestione della manutenzione di quanto introdotto. È necessario fornire servizi di consulenza, linee guida e contatti di riferimento che possano identificare e risolvere le problematiche e i rallentamenti delle PA”.

Vanessa Pompili